Microrganismi Efficienti E.M. Bio
La natura ha sempre ragione!
Le scoperte fondamentali realizzate dallo scienziato prof. Teruo Higa nel campo della microbiologia segnano, a livello mondiale, l’inizio di una cooperazione completamente nuova e dinamica tra uomo e natura. Higa scoprì, infatti, che i microrganismi aerobi e quelli anaerobi non solo coesistono nello stesso substrato, ma che possono addirittura convivere in una simbiosi producendo così effetti miracolosi!.
Al suo miscuglio composto dai più svariati microbi il prof. Higa diede il nome EM (Microrganismi Efficaci), poiché la loro azione si rivelò non solo utile per un’infinità di applicazioni, ma anche altamente efficace.
L’efficacia di EM consiste nello scatenare una serie di attività nell’ambito dell’antiossidazione e della rigenerazione. I risultati sono eccezionali e “non possono essere paragonati con le idee e le teorie finora vigenti in materia di coltivazione e produzione agricola. Inoltre l’efficacia non si limita alla sola produzione alimentare, ma si estende, in modo altrettanto valido e benefico, a tutto l’ambiente ed alla salute umana” . (prof. Teruo Higa)
Da più di 20 anni, EM viene impiegato in tutto il mondo con grande successo e senza nessun effetto indesiderato per la natura, giacché EM viene dalla natura e non fa nient’altro che sostenere in modo molto valido i processi della natura stessa. La gamma delle applicazioni possibili è quasi infinita:
In tutti gli esseri viventi i microrganismi efficienti rigenerano e ristabiliscono l'armonia psico-fisica oltre a favorire il proprio processo spirituale
In agricoltura e nel giardinaggio
• EM stimola la germogliazione, la fioritura, il frutto e la maturazione
• EM migliora il terreno in senso fisico, chimico e biologico, combattendo inoltre le malattie e infestazioni delle piante dovute proprio ad un terreno malsano
• EM incrementa le capacità fotosintetiche delle piante coltivate
• EM garantisce una migliore germogliazione e corrobora le piante
• EM potenzia l’effetto fertilizzante del materiale organico
Nell’allevamento del bestiame:
• EM sopprime gli odori sgradevoli nelle stalle e nei serbatoi di liquame
• EM fa diminuire il numero di mosche, zecche e pulci
• EM rende più sane le bestie
• EM è un antidoto contro lo stress
• EM migliora la qualità della carne
• EM ha un effetto benefico sulla fertilità delle bestie
• EM arricchisce il letame ed il liquame rendendo superfluo il giraletame
• EM riduce la quantità di ammoniaca e di altri gas indesiderati nella stalla e nei serbatoi del liquame
Per gli usi domestici di gastronomia:
• EM pulisce gli scarichi e risolve il problema degli odori
• EM elimina l’odore di fumo dalle tende, dalle pareti, dai pavimenti, dalla macchina
• EM rende più facile il bucato (risparmio di ½ o 2/3 sul detersivo usato)
• EM rimuove gli odori dalle scarpe, dalle scarpiere, dal bagno, dal contenitore dei rifiuti biologici ecc.
• EM serve per l’igiene e la cura non solo di pavimenti, stoviglie, suppellettili, ma anche di tutti gli esseri viventi in casa
(uomini ed animali)
Nella protezione dell’ambiente ed in tecnica:
• EM purifica le acque di scarico di qualsiasi genere
• EM trasforma le acque biologicamente morte in biotopi attivi
• EM riduce i fanghi di depurazione del 20 – 30 %
• EM fa rinascere la vita su terreni infestati
• EM neutralizza le radiazioni pericolose e decompone le diossine
• EM impedisce l’ossidazione e con essa numerosi altri processi di invecchiamento o di decomposizione
EM è dunque un miscuglio specifico di microrganismi del tutto innocui per l’uomo, per gli animali e per le piante, e che fin da sempre hanno avuto un ruolo importante nella produzione alimentare. Come è stato possibile dimostrare, questi microrganismi sono presenti in tutte le parti della terra al loro stato naturale e specifico per il loro ambiente di vita.
Come funziona EM?
Il punto saliente di EM è proprio il funzionamento dei microrganismi. Per cercare di capire il loro modo specifico di agire e gli effetti del tutto eccezionali è necessario avvicinarsi prima a quelle scoperte microbiologiche fondamentali e travolgenti, che il professore universitario Teruo Higa non solo riuscì a formulare, ma volle anche trasmettere al mondo intero:
1. La scoperta di una differenza sostanziale tra i due processi tramite i quali la natura scompone le sostanze organiche per renderle poi assimilabili da nuovi organismi, cioè il marcire e il decomporsi.
• Il materiale organico che marcisce libera l’azoto e lo immette, sviluppando calore, solitamente sotto forma di ammoniaca nell’atmosfera. In seguito a questo processo, il materiale residuo (liquame, letame, composta ecc.) risulta impoverito di una parte della sua energia iniziale.
• Il materiale che si decompone, al contrario, capta l’azoto con l’aiuto dei corrispettivi microrganismi e lo ingloba. Alla fine di questo tipo di processo troviamo quindi un materiale organico arricchito di energie e più digeribile, vale a dire più assimilabile e utilizzabile dai processi vitali seguenti. Un' ulteriore conseguenza importante della decomposizione è lo sviluppo di antiossidanti (per esempio durante la fermentazione e la formazione dello humus). In oltre il materiale in decomposizione non emana esalazioni.
2. La scoperta del principio della dominanza è il punto focale per la spiegazione dell’efficacia di EM.
Grazie al prof. Higa oggi conosciamo tre gruppi di microrganismi.
Due di loro sono i cosiddetti “microrganismi capo” ovvero gli organismi del marciume e gli organismi della decomposizione. Il terzo gruppo è costituito dai microrganismi “operai”. Questo gruppo molto numeroso di microrganismi “indifferenti” lavora – ed è proprio questo uno dei risultati più epocali delle ricerche di Higa – al servizio di quei microrganismi capo che hanno la maggioranza numerica.
In caso di dominanza dei microrganismi addetti alla decomposizione, anche gli infiniti microrganismi operai agiscono in direzione della decomposizione – con tutti gli effetti salutari che questa sinergia esplica sulla crescita, sul rendimento, sulla qualità e sulla conservazione del raccolto.
Se invece la maggioranza è rappresentata dai microrganismi del marciume, si dovrà rinunciare a qualsiasi effetto positivo, facendo inoltre i conti con gli inevitabili odori fastidiosi.
EM, il genio biochimico
Gli assi nella manica di EM, questo miscuglio di microbi sinergetici, sono la capacità di sopprimere i germi patogeni e di trasformare sostanze ostili alla vita in sostanze amiche insieme al potere di decomporre il materiale organico e di inibire il marciume e le esalazioni maleodoranti, tenendo lontani in questo modo anche parassiti e patologie. Alla base di questi effetti stanno i cinque ceppi principali di EM, che si sostengono a vicenda, nutrendo uno l’altro con i prodotti di scarto del proprio metabolismo e ognuno approfittando della simbiosi così mantenuta in vita.
Antiossidazione e “sintropia”
Va assolutamente sottolineata una proprietà particolarmente notevole di EM:
Si tratta del potere di causare l’antiossidazione, dovuto all’incredibile quantità di [antiossidanti] che vengono prodotti dai diversi cicli metabolici in corso tra i vari microrganismi.
L’importanza del ruolo di questi antiossidanti per ogni processo vitale è indiscusso. In questo contesto bisogna fare anche cenno alla funzione rigenerante in generale dei microrganismi.
Questo potere rigenerante, pur non essendo dimostrato in tutte le parti da ricerche scientifiche, coinvolge ogni materia, compresa quelli inorganica e sarebbe dovuto, secondo il prof. Higa, a delle onde di gravitazione emesse da certi microbi.
Queste onde sarebbero degli antagonisti dell’entropia, cioè della tendenza universale al caos ed alla disgregazione e mostrerebbero dunque un effetto conservante, appunto “sintropico” su qualsiasi materia.
L’argilla ovvero la ceramica sono in grado non solo di captare e conservare queste onde, ma anche di farle agire per un tempo illimitato.
Tratto da: www.embio.it/?nr=50&language=italian
Le scoperte fondamentali realizzate dallo scienziato prof. Teruo Higa nel campo della microbiologia segnano, a livello mondiale, l’inizio di una cooperazione completamente nuova e dinamica tra uomo e natura. Higa scoprì, infatti, che i microrganismi aerobi e quelli anaerobi non solo coesistono nello stesso substrato, ma che possono addirittura convivere in una simbiosi producendo così effetti miracolosi!.
Al suo miscuglio composto dai più svariati microbi il prof. Higa diede il nome EM (Microrganismi Efficaci), poiché la loro azione si rivelò non solo utile per un’infinità di applicazioni, ma anche altamente efficace.
L’efficacia di EM consiste nello scatenare una serie di attività nell’ambito dell’antiossidazione e della rigenerazione. I risultati sono eccezionali e “non possono essere paragonati con le idee e le teorie finora vigenti in materia di coltivazione e produzione agricola. Inoltre l’efficacia non si limita alla sola produzione alimentare, ma si estende, in modo altrettanto valido e benefico, a tutto l’ambiente ed alla salute umana” . (prof. Teruo Higa)
Da più di 20 anni, EM viene impiegato in tutto il mondo con grande successo e senza nessun effetto indesiderato per la natura, giacché EM viene dalla natura e non fa nient’altro che sostenere in modo molto valido i processi della natura stessa. La gamma delle applicazioni possibili è quasi infinita:
In tutti gli esseri viventi i microrganismi efficienti rigenerano e ristabiliscono l'armonia psico-fisica oltre a favorire il proprio processo spirituale
In agricoltura e nel giardinaggio
• EM stimola la germogliazione, la fioritura, il frutto e la maturazione
• EM migliora il terreno in senso fisico, chimico e biologico, combattendo inoltre le malattie e infestazioni delle piante dovute proprio ad un terreno malsano
• EM incrementa le capacità fotosintetiche delle piante coltivate
• EM garantisce una migliore germogliazione e corrobora le piante
• EM potenzia l’effetto fertilizzante del materiale organico
Nell’allevamento del bestiame:
• EM sopprime gli odori sgradevoli nelle stalle e nei serbatoi di liquame
• EM fa diminuire il numero di mosche, zecche e pulci
• EM rende più sane le bestie
• EM è un antidoto contro lo stress
• EM migliora la qualità della carne
• EM ha un effetto benefico sulla fertilità delle bestie
• EM arricchisce il letame ed il liquame rendendo superfluo il giraletame
• EM riduce la quantità di ammoniaca e di altri gas indesiderati nella stalla e nei serbatoi del liquame
Per gli usi domestici di gastronomia:
• EM pulisce gli scarichi e risolve il problema degli odori
• EM elimina l’odore di fumo dalle tende, dalle pareti, dai pavimenti, dalla macchina
• EM rende più facile il bucato (risparmio di ½ o 2/3 sul detersivo usato)
• EM rimuove gli odori dalle scarpe, dalle scarpiere, dal bagno, dal contenitore dei rifiuti biologici ecc.
• EM serve per l’igiene e la cura non solo di pavimenti, stoviglie, suppellettili, ma anche di tutti gli esseri viventi in casa
(uomini ed animali)
Nella protezione dell’ambiente ed in tecnica:
• EM purifica le acque di scarico di qualsiasi genere
• EM trasforma le acque biologicamente morte in biotopi attivi
• EM riduce i fanghi di depurazione del 20 – 30 %
• EM fa rinascere la vita su terreni infestati
• EM neutralizza le radiazioni pericolose e decompone le diossine
• EM impedisce l’ossidazione e con essa numerosi altri processi di invecchiamento o di decomposizione
EM è dunque un miscuglio specifico di microrganismi del tutto innocui per l’uomo, per gli animali e per le piante, e che fin da sempre hanno avuto un ruolo importante nella produzione alimentare. Come è stato possibile dimostrare, questi microrganismi sono presenti in tutte le parti della terra al loro stato naturale e specifico per il loro ambiente di vita.
Come funziona EM?
Il punto saliente di EM è proprio il funzionamento dei microrganismi. Per cercare di capire il loro modo specifico di agire e gli effetti del tutto eccezionali è necessario avvicinarsi prima a quelle scoperte microbiologiche fondamentali e travolgenti, che il professore universitario Teruo Higa non solo riuscì a formulare, ma volle anche trasmettere al mondo intero:
1. La scoperta di una differenza sostanziale tra i due processi tramite i quali la natura scompone le sostanze organiche per renderle poi assimilabili da nuovi organismi, cioè il marcire e il decomporsi.
• Il materiale organico che marcisce libera l’azoto e lo immette, sviluppando calore, solitamente sotto forma di ammoniaca nell’atmosfera. In seguito a questo processo, il materiale residuo (liquame, letame, composta ecc.) risulta impoverito di una parte della sua energia iniziale.
• Il materiale che si decompone, al contrario, capta l’azoto con l’aiuto dei corrispettivi microrganismi e lo ingloba. Alla fine di questo tipo di processo troviamo quindi un materiale organico arricchito di energie e più digeribile, vale a dire più assimilabile e utilizzabile dai processi vitali seguenti. Un' ulteriore conseguenza importante della decomposizione è lo sviluppo di antiossidanti (per esempio durante la fermentazione e la formazione dello humus). In oltre il materiale in decomposizione non emana esalazioni.
2. La scoperta del principio della dominanza è il punto focale per la spiegazione dell’efficacia di EM.
Grazie al prof. Higa oggi conosciamo tre gruppi di microrganismi.
Due di loro sono i cosiddetti “microrganismi capo” ovvero gli organismi del marciume e gli organismi della decomposizione. Il terzo gruppo è costituito dai microrganismi “operai”. Questo gruppo molto numeroso di microrganismi “indifferenti” lavora – ed è proprio questo uno dei risultati più epocali delle ricerche di Higa – al servizio di quei microrganismi capo che hanno la maggioranza numerica.
In caso di dominanza dei microrganismi addetti alla decomposizione, anche gli infiniti microrganismi operai agiscono in direzione della decomposizione – con tutti gli effetti salutari che questa sinergia esplica sulla crescita, sul rendimento, sulla qualità e sulla conservazione del raccolto.
Se invece la maggioranza è rappresentata dai microrganismi del marciume, si dovrà rinunciare a qualsiasi effetto positivo, facendo inoltre i conti con gli inevitabili odori fastidiosi.
EM, il genio biochimico
Gli assi nella manica di EM, questo miscuglio di microbi sinergetici, sono la capacità di sopprimere i germi patogeni e di trasformare sostanze ostili alla vita in sostanze amiche insieme al potere di decomporre il materiale organico e di inibire il marciume e le esalazioni maleodoranti, tenendo lontani in questo modo anche parassiti e patologie. Alla base di questi effetti stanno i cinque ceppi principali di EM, che si sostengono a vicenda, nutrendo uno l’altro con i prodotti di scarto del proprio metabolismo e ognuno approfittando della simbiosi così mantenuta in vita.
Antiossidazione e “sintropia”
Va assolutamente sottolineata una proprietà particolarmente notevole di EM:
Si tratta del potere di causare l’antiossidazione, dovuto all’incredibile quantità di [antiossidanti] che vengono prodotti dai diversi cicli metabolici in corso tra i vari microrganismi.
L’importanza del ruolo di questi antiossidanti per ogni processo vitale è indiscusso. In questo contesto bisogna fare anche cenno alla funzione rigenerante in generale dei microrganismi.
Questo potere rigenerante, pur non essendo dimostrato in tutte le parti da ricerche scientifiche, coinvolge ogni materia, compresa quelli inorganica e sarebbe dovuto, secondo il prof. Higa, a delle onde di gravitazione emesse da certi microbi.
Queste onde sarebbero degli antagonisti dell’entropia, cioè della tendenza universale al caos ed alla disgregazione e mostrerebbero dunque un effetto conservante, appunto “sintropico” su qualsiasi materia.
L’argilla ovvero la ceramica sono in grado non solo di captare e conservare queste onde, ma anche di farle agire per un tempo illimitato.
Tratto da: www.embio.it/?nr=50&language=italian
Un articolo da parte dello scopritore Teruo Higa dei microrganismi anabiotici
Lo stupefacente potere rigenerante dei microrganismi anabiotici
Una nuova tecnologia sta provocando una vera rivoluzione in molti campi applicativi tra loro apparentemente diversi. Sono infatti in piena evoluzione i notevoli cambiamenti che la tecnologia ottenuta con i microrganismi effettivi (EM) sta apportando nell’agricoltura, nell’ambiente e nel campo della medicina. Il compito che affido a questa prefazione è quello di fornire al lettore una breve presentazione della tecnologia EM: che cos’è, in quale modo cambierà in meglio il nostro mondo, e la certezza che essa rappresenti una concreta speranza per questo nostro sofferente pianeta, tanto gravemente ammalato.
Mi pare appropriato iniziare dalle due forze dinamiche e opposte presenti in natura. Considerando il loro specifico modo di condizionare il mondo circostante, in un certo senso si possono indicare come le forze della rigenerazione e della degenerazione. La prima, la forza della rigenerazione, è quella che per sua natura fornisce energia e vita, ed è sinonimo di integrità, solidità e salute. Essa è feconda, benefica e vitale. In altre parole, è la forza della vita. Al suo opposto risiede la forza della degenerazione, che è l’energia distruttiva: essa causa dissesti, porta deperimento e putrefazione, inquinamento e sporcizia, genera malattie e infermità, e infine, morte. Essa è sterile, patogena, necrotica.
Soltanto da studi recenti si comincia a capire che cosa c’è dietro a queste forze, che cosa le muove, che cosa le controlla. Sono entrambe generate e governate da alcune fra le più piccole forme di vita che conosciamo, invisibili a occhio nudo. Il controllo della rigenerazione e della degenerazione è tutto nelle mani di quelle minuscole creature chiamate “microrganismi”.
Le condizioni del terreno rappresentano un buon indicatore di quale delle due forze abbia il sopravvento. Per esempio, in un terreno dove predominano microrganismi di tipo anabiotico o rigenerativo, le piante crescono in maniera straordinaria, e sono sorprendentemente sane e indenni da infestanti. La qualità del suolo è sempre ottima, senza bisogno di prodotti chimici, pesticidi e concimi artificiali. Invece, nei terreni dove c’è predominanza di microrganismi degenerativi o patogeni, la crescita della vegetazione tende a essere scarsa, le piante sono deboli e malaticce, e piene di agenti infestanti. Praticamente è impossibile farvi crescere qualcosa senza l’aiuto di prodotti chimici e concimi artificiali. Eppure, anche in simili condizioni estreme, e con tutte le difficoltà che ne derivano, esiste una forza in grado di cambiare rapidamente il corso delle cose e di rigenerare in brevissimo tempo un suolo arido come quello che ho appena descritto. La forza in grado di fare ciò è generata dai minuscoli microrganismi anabiotici conosciuti come EM.
EM sono le iniziali di “Effective Microorganisms” (microrganismi effettivi). Si tratta di una denominazione che io stesso ho coniato per indicare il vasto gruppo di microrganismi responsabili del processo rigenerativo, nell’ambito delle due forze dinamiche presenti in natura, di cui ho prima parlato.
I batteri della fotosintesi, i fermenti, i batteri dell’acido lattico e le muffe sono solo alcuni fra i tipi di microrganismi anabiotici che fanno parte degli EM. Quando nel suolo è presente una loro combinazione in quantità sufficiente, essi aumentano significativamente i processi di inibizione dell’ossidazione, e da ciò risulta un’intensificazione dei campi di energia. In altre parole, la loro attività dà il via al processo rigenerativo, purificando l’aria e l’acqua presente nel suolo, favorendo in tal modo la crescita della vegetazione.
Un altro fattore positivo dei microrganismi anabiotici consiste nel fatto che le loro secrezioni contengono una grande quantità di nutrienti da cui traggono giovamento sia piante che animali. Fra questi nutrienti, gli aminoacidi, gli acidi organici, i polisaccaridi e le vitamine. Ecco perché l’applicazione della tecnologia EM in agricoltura non solo rende superfluo l’uso di prodotti chimici e concimi artificiali ma, comunque venga applicata, comporta risultati migliori.
In agricoltura, i risultati ottenuti dai microrganismi effettivi (EM) sono davvero notevoli, sia per l’aumento delle rese, sia per il miglioramento della qualità. Per meglio chiarire il concetto, vorrei fornire qualche esempio pratico, con alcuni dati che riguardano la coltivazione del riso in Giappone.
Attualmente, la produzione di riso con metodi tradizionali è di circa 540 kg per km2. Tale cifra si riferisce comunque a una produzione ottenuta nelle migliori condizioni possibili, sia per la qualità dell’intervento umano, sia per le condizioni climatiche; inoltre, e soprattutto, facendo uso di prodotti chimici e concimi artificiali.
Sono bastati pochi anni di applicazione degli EM per incrementare la produzione a circa 870 kg per km2. Prima dell’uso degli EM, la maggiore produzione di riso mai registrata nella storia del Giappone fu proprio di circa 870 kg per km2. E ora, a soli pochi anni dalla sua introduzione, gli EM hanno dimostrato che è possibile aumentare il raccolto, fino a un livello pari al miglior risultato mai ottenuto con i metodi tradizionali di coltivazione. Di per sé è già questo un dato indicativo del notevole aumento di produzione, ma c’è di più: il nostro gruppo di ricerca ha condotto esperimenti nei quali ha ottenuto una produzione di circa 1650 kg per km2, e questo è un dato che fa supporre che in una situazione di raccolto vero, in un terreno trattato con gli EM non ci dovrebbero essere difficoltà a raggiungere i 1800 kg per km2. Se si dovessero realmente applicare gli EM su vasta scala, c’è davvero motivo di pensare che i terreni attualmente destinati alla coltivazione del riso triplicherebbero la produzione praticamente nottetempo.
Tuttavia, al momento, il consumo di riso è in calo in Giappone, e sempre meno terreni agricoli sono coltivati a riso. Non c’è niente di strano, quindi, che ci siano obiezioni alla necessità di triplicarne la produzione proprio ora. Allora chiedo: perché non produrre una maggiore quantità di riso della migliore qualità, buono, e che, in più, non contiene residui chimici? Se un aumento della produzione di riso non è argomento sufficiente a far prendere in considerazione l’uso degli EM, allora cerchiamo altri modi per sfruttare appieno i vantaggi che derivano dalla loro applicazione.
Se, a questo punto, visto l’attuale calo dei consumi, un aumento del 300% della produzione di riso non è quello che ci interessa, allora non sarebbe meglio mantenere la produzione ai livelli attuali e diminuire l’estensione di terreno coltivata a riso? In questo modo si renderebbe disponibile del terreno da usare in altri modi: colture di diverso tipo, o un’opera di rimboschimento, con l’aumento delle aree verdi o la creazione di nuove zone boscose. Sarebbe molto meglio usufruire di quella Terra per fare dei parchi o delle aree aperte al pubblico, o persino per costruire quelle unità abitative di cui tanto c’è bisogno. Inoltre, l’introduzione degli EM nella coltivazione del riso è in grado di rendere più economico l’intero processo produttivo, e generare un surplus di riso di alta qualità che potrebbe poi essere esportato.
Comunque la si voglia giudicare, l’applicazione della tecnologia EM in questo specifico settore agricolo mostra un grande potenziale di utilizzazione, ed è in grado di fornire la definitiva soluzione a molti dei problemi che in questo momento colpiscono il settore.
Cibo per un pianeta con dieci miliardi di abitanti
Finora ho più che altro parlato della coltivazione del riso, ma i benefici della tecnologia EM in agricoltura e nella produzione alimentare in generale vanno ben al di là della singola coltura cui ho fatto riferimento. Infatti, essa ha consentito dei raccolti eccezionali per una grande varietà di frutta e verdura. Diverse piante tropicali che normalmente fioriscono e danno frutti una sola volta all’anno, dopo che sono state trattate con gli EM, hanno fruttificato più volte durante il medesimo periodo, e in quantità maggiore. Usando gli EM con le piante di cetrioli, che di solito ne producono uno per ceppo, se ne è ottenuti anche quattro o cinque per ceppo. La stessa cosa vale per il granoturco, di cui si sono avuti casi fino a otto pannocchie per gambo, o per i pomodori a ciliegia, che sono passati dalla consueta trentina alla bellezza di 300 per pianta. Con l’uso degli EM, non è soltanto l’incremento di produzione che sbalordisce, ma anche la migliore qualità del prodotto ottenuto, sia come gusto che come valore nutrizionale.
Solo fino a poco tempo fa, questi risultati, ottenuti con l’uso della tecnologia EM, erano impensabili. In realtà, se li si inquadra all’interno della perfetta opera di madre natura, non sono poi così sorprendenti. Nel lontano passato della Terra, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa, il suolo aveva la forza e la capacità necessarie per produrre le immense foreste che coprivano il pianeta.
L’origine di questo potere stava tutta nei microrganismi presenti nel suolo, e se si potesse semplicemente fare in modo che oggi essi ritornassero ad avere la loro funzione naturale, così come l’avevano allora, si potrebbe fare a meno di dissodare il terreno, e a maggior ragione non ci sarebbe più la necessità di prodotti chimici e di concimi artificiali. Esiste già in natura il meccanismo in grado di avviare il processo di produzione di tutto il cibo di cui abbiamo bisogno. Ciò che dobbiamo fare è imparare a sfruttare al massimo questa capacità naturale, e a trarne il meglio, sia da un punto di vista olistico, sia nell’applicazione pratica.
Teniamo tuttavia presente che quando la razza umana ha iniziato a organizzarsi in comunità stanziali, e ha dato avvio alla produzione del cibo indispensabile al proprio sostentamento, i metodi di coltivazione usati richiedevano il regolare dissodamento del terreno, poi una concimazione organica per l’arricchimento del suolo, e più tardi dei fertilizzanti per ottenere dei raccolti più cospicui. Con l’andare del tempo, sono state messe a punto tecniche agricole sempre più elaborate. I prodotti chimici e i concimi artificiali in uso oggi non sono altro che il naturale proseguimento di un modello che si ripete analogo nella sua struttura. È vero che il progresso della tecnica e le innovazioni ci hanno consentito una evoluzione in questo senso, ma le risorse del suolo si sono via via esaurite, e il degrado è continuato, fino a un punto di totale sterilità. Inoltre, si è creata una situazione in cui l’uso di prodotti chimici, concimi artificiali e pesanti macchinari agricoli contribuisce alla distruzione dell’ambiente.
È innegabile che l’uso di prodotti artificiali ha fortemente contribuito all’aumento dei livelli di produttività ed efficacia dell’intervento umano in agricoltura. Ma ciò ha comportato uno sfruttamento del suolo troppo rapido rispetto alla sua intrinseca capacità di rigenerarsi e di mantenersi sano e forte. È un po’ come farsi prestare del denaro prevedendo di non poterlo restituire. I soldi del prestito finiscono, le riserve si esauriscono, il debito è rilevante, e non ci sono i mezzi per procurarsi i fondi per ripianarlo. La credenza è vuota, e pare non esserci modo di riempirla. Questo paragone può delineare la situazione in cui siamo, con un pianeta che ha il suolo esaurito e l’ambiente inquinato. Da questo punto di vista, si potrebbe arrivare a dire che nel Giappone del diciottesimo e diciannovesimo secolo i metodi di coltivazione erano più in sintonia con l’ambiente e la salvaguardia del suolo di quanto non lo siano i metodi applicati al giorno d’oggi. Non ho però la minima intenzione di perorare il ritorno a un sistema che appartiene a un’epoca passata. Non sarebbe di alcuna utilità per risolvere il problema che abbiamo di fronte, proprio perché nei metodi antichi era completamente assente la potenzialità di aumentare la quantità di cibo prodotto. Aggiungo che la medesima osservazione si può fare riguardo ai vari metodi di agricoltura biologica praticati al giorno d’oggi. Essi sono senz’altro meritevoli di lode per l’attenzione che pongono nell’evitare l’uso di prodotti chimici e concimi artificiali, ma resta il fatto che in termini di volume di produzione non c’è paragone con le tecniche convenzionali odierne che, invece, ditali prodotti artificiali fanno ampio uso.
La caratteristica della tecnologia EM è quella di possedere le qualità dei moderni sistemi agricoli, ma in una forma più avanzata. Non fa assolutamente uso di prodotti chimici, pesticidi o alcun tipo di concime; eppure, grazie all’ottimizzazione del ruolo svolto dai microrganismi effettivi, è in grado di migliorare considerevolmente sia la quantità sia la qualità della coltura, dando dei risultati notevolmente superiori a quelli ottenuti dalle moderne tecniche agricole. In questo senso, l’agricoltura che fa uso degli EM può essere considerata la vera agricoltura naturale e olistica “del futuro”. I metodi agricoli che fanno uso di biotecnologie vengono spesso reclamizzati come “l’agricoltura del futuro”. In realtà quei metodi, pur ottenendo discreti risultati in laboratorio facendo ampio uso dell’ingegneria genetica, mostrano poi enormi difetti una volta che vengono applicati “sul campo”, per il semplice motivo che agiscono in contrasto alle leggi naturali dell’evoluzione.
La tecnologia EM assomiglia alla biotecnologia applicata all’agricoltura, nel senso che essa mette insieme un gruppo di microrganismi effettivi e sfrutta il naturale effetto della loro coesistenza per produrre del cibo. Ma, a differenza della biotecnologia, i risultati della tecnologia EM applicata a una reale situazione di coltivazione, restano stabili. Ciò avviene in quanto sono la conseguenza di una operazione di sintesi naturale, che in maniera spontanea si completa da sé, e da sé si perpetua e perfeziona.
Sebbene in Giappone il processo di accettazione della tecnologia EM stia andando piuttosto a rilento, è in aumento il numero dei paesi che la stanno inserendo nelle loro politiche agricole nazionali. Nel continente asiatico, io e il mio team abbiamo già fornito direttive sull’uso degli EM in Tailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Corea, Taiwan, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Myanmar, Nepal, Laos, India e Cina continentale.
Per quanto riguarda il Sud America, in Brasile la tecnologia EM è stata accolta con grande entusiasmo come seria alternativa al metodo distruttivo del “taglia e brucia” che vi viene estensivamente praticato, e anche per proteggere l’ambiente naturale del bacino amazzonico. Tanto che ora il Brasile è il maggior consumatore mondiale di EM. Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia, Perù, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e Messico sono fra le nazioni del Centro e Sud America nelle quali sono in corso applicazioni sperimentali degli EM.
Negli Stati Uniti e in Canada c’è grande interesse per gli EM. Già nel 1993 il Ministero dell’Agricoltura degli USA co-sponsorizzò in California la terza Conferenza Internazionale sulla coltivazione biologica, e i numerosi rapporti presentati in quell’occasione, in cui venivano elencati i grandi risultati ottenuti dalla tecnologia EM, contribuirono fortemente ad accelerarne la diffusione negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Europa, parecchi paesi sono già entrati in contatto con la tecnologia EM, non solo per le sue applicazioni pratiche in agricoltura, ma in generale per l’apporto che essa può fornire alla soluzione dei problemi ambientali. La stessa cosa vale per numerosi paesi africani. In buona sostanza, si può dire che si è ormai stabilita una rete di comunità su scala mondiale che dispongono della tecnologia EM.
Ora, all’alba del ventunesimo secolo, il problema della scarsità di scorte alimentari ha assunto proporzioni colossali, e la sua soluzione non è più differibile. Secondo una mia valutazione, l’applicazione degli EM su scala mondiale permetterebbe di produrre cibo a sufficienza per una popolazione mondiale di dieci miliardi di persone. L’uso della tecnologia EM permetterebbe addirittura di mettere a coltivazione intere zone desertiche, operazione che consentirebbe una produzione di cibo sufficiente per più di venti miliardi di persone. Non auspico certo un incontrollato aumento della popolazione, voglio semplicemente offrire un po’ di ottimismo, che trae la sua ragion d’essere dalla certezza di fornire una concreta possibilità di riuscita.
Una nuova tecnologia sta provocando una vera rivoluzione in molti campi applicativi tra loro apparentemente diversi. Sono infatti in piena evoluzione i notevoli cambiamenti che la tecnologia ottenuta con i microrganismi effettivi (EM) sta apportando nell’agricoltura, nell’ambiente e nel campo della medicina. Il compito che affido a questa prefazione è quello di fornire al lettore una breve presentazione della tecnologia EM: che cos’è, in quale modo cambierà in meglio il nostro mondo, e la certezza che essa rappresenti una concreta speranza per questo nostro sofferente pianeta, tanto gravemente ammalato.
Mi pare appropriato iniziare dalle due forze dinamiche e opposte presenti in natura. Considerando il loro specifico modo di condizionare il mondo circostante, in un certo senso si possono indicare come le forze della rigenerazione e della degenerazione. La prima, la forza della rigenerazione, è quella che per sua natura fornisce energia e vita, ed è sinonimo di integrità, solidità e salute. Essa è feconda, benefica e vitale. In altre parole, è la forza della vita. Al suo opposto risiede la forza della degenerazione, che è l’energia distruttiva: essa causa dissesti, porta deperimento e putrefazione, inquinamento e sporcizia, genera malattie e infermità, e infine, morte. Essa è sterile, patogena, necrotica.
Soltanto da studi recenti si comincia a capire che cosa c’è dietro a queste forze, che cosa le muove, che cosa le controlla. Sono entrambe generate e governate da alcune fra le più piccole forme di vita che conosciamo, invisibili a occhio nudo. Il controllo della rigenerazione e della degenerazione è tutto nelle mani di quelle minuscole creature chiamate “microrganismi”.
Le condizioni del terreno rappresentano un buon indicatore di quale delle due forze abbia il sopravvento. Per esempio, in un terreno dove predominano microrganismi di tipo anabiotico o rigenerativo, le piante crescono in maniera straordinaria, e sono sorprendentemente sane e indenni da infestanti. La qualità del suolo è sempre ottima, senza bisogno di prodotti chimici, pesticidi e concimi artificiali. Invece, nei terreni dove c’è predominanza di microrganismi degenerativi o patogeni, la crescita della vegetazione tende a essere scarsa, le piante sono deboli e malaticce, e piene di agenti infestanti. Praticamente è impossibile farvi crescere qualcosa senza l’aiuto di prodotti chimici e concimi artificiali. Eppure, anche in simili condizioni estreme, e con tutte le difficoltà che ne derivano, esiste una forza in grado di cambiare rapidamente il corso delle cose e di rigenerare in brevissimo tempo un suolo arido come quello che ho appena descritto. La forza in grado di fare ciò è generata dai minuscoli microrganismi anabiotici conosciuti come EM.
EM sono le iniziali di “Effective Microorganisms” (microrganismi effettivi). Si tratta di una denominazione che io stesso ho coniato per indicare il vasto gruppo di microrganismi responsabili del processo rigenerativo, nell’ambito delle due forze dinamiche presenti in natura, di cui ho prima parlato.
I batteri della fotosintesi, i fermenti, i batteri dell’acido lattico e le muffe sono solo alcuni fra i tipi di microrganismi anabiotici che fanno parte degli EM. Quando nel suolo è presente una loro combinazione in quantità sufficiente, essi aumentano significativamente i processi di inibizione dell’ossidazione, e da ciò risulta un’intensificazione dei campi di energia. In altre parole, la loro attività dà il via al processo rigenerativo, purificando l’aria e l’acqua presente nel suolo, favorendo in tal modo la crescita della vegetazione.
Un altro fattore positivo dei microrganismi anabiotici consiste nel fatto che le loro secrezioni contengono una grande quantità di nutrienti da cui traggono giovamento sia piante che animali. Fra questi nutrienti, gli aminoacidi, gli acidi organici, i polisaccaridi e le vitamine. Ecco perché l’applicazione della tecnologia EM in agricoltura non solo rende superfluo l’uso di prodotti chimici e concimi artificiali ma, comunque venga applicata, comporta risultati migliori.
In agricoltura, i risultati ottenuti dai microrganismi effettivi (EM) sono davvero notevoli, sia per l’aumento delle rese, sia per il miglioramento della qualità. Per meglio chiarire il concetto, vorrei fornire qualche esempio pratico, con alcuni dati che riguardano la coltivazione del riso in Giappone.
Attualmente, la produzione di riso con metodi tradizionali è di circa 540 kg per km2. Tale cifra si riferisce comunque a una produzione ottenuta nelle migliori condizioni possibili, sia per la qualità dell’intervento umano, sia per le condizioni climatiche; inoltre, e soprattutto, facendo uso di prodotti chimici e concimi artificiali.
Sono bastati pochi anni di applicazione degli EM per incrementare la produzione a circa 870 kg per km2. Prima dell’uso degli EM, la maggiore produzione di riso mai registrata nella storia del Giappone fu proprio di circa 870 kg per km2. E ora, a soli pochi anni dalla sua introduzione, gli EM hanno dimostrato che è possibile aumentare il raccolto, fino a un livello pari al miglior risultato mai ottenuto con i metodi tradizionali di coltivazione. Di per sé è già questo un dato indicativo del notevole aumento di produzione, ma c’è di più: il nostro gruppo di ricerca ha condotto esperimenti nei quali ha ottenuto una produzione di circa 1650 kg per km2, e questo è un dato che fa supporre che in una situazione di raccolto vero, in un terreno trattato con gli EM non ci dovrebbero essere difficoltà a raggiungere i 1800 kg per km2. Se si dovessero realmente applicare gli EM su vasta scala, c’è davvero motivo di pensare che i terreni attualmente destinati alla coltivazione del riso triplicherebbero la produzione praticamente nottetempo.
Tuttavia, al momento, il consumo di riso è in calo in Giappone, e sempre meno terreni agricoli sono coltivati a riso. Non c’è niente di strano, quindi, che ci siano obiezioni alla necessità di triplicarne la produzione proprio ora. Allora chiedo: perché non produrre una maggiore quantità di riso della migliore qualità, buono, e che, in più, non contiene residui chimici? Se un aumento della produzione di riso non è argomento sufficiente a far prendere in considerazione l’uso degli EM, allora cerchiamo altri modi per sfruttare appieno i vantaggi che derivano dalla loro applicazione.
Se, a questo punto, visto l’attuale calo dei consumi, un aumento del 300% della produzione di riso non è quello che ci interessa, allora non sarebbe meglio mantenere la produzione ai livelli attuali e diminuire l’estensione di terreno coltivata a riso? In questo modo si renderebbe disponibile del terreno da usare in altri modi: colture di diverso tipo, o un’opera di rimboschimento, con l’aumento delle aree verdi o la creazione di nuove zone boscose. Sarebbe molto meglio usufruire di quella Terra per fare dei parchi o delle aree aperte al pubblico, o persino per costruire quelle unità abitative di cui tanto c’è bisogno. Inoltre, l’introduzione degli EM nella coltivazione del riso è in grado di rendere più economico l’intero processo produttivo, e generare un surplus di riso di alta qualità che potrebbe poi essere esportato.
Comunque la si voglia giudicare, l’applicazione della tecnologia EM in questo specifico settore agricolo mostra un grande potenziale di utilizzazione, ed è in grado di fornire la definitiva soluzione a molti dei problemi che in questo momento colpiscono il settore.
Cibo per un pianeta con dieci miliardi di abitanti
Finora ho più che altro parlato della coltivazione del riso, ma i benefici della tecnologia EM in agricoltura e nella produzione alimentare in generale vanno ben al di là della singola coltura cui ho fatto riferimento. Infatti, essa ha consentito dei raccolti eccezionali per una grande varietà di frutta e verdura. Diverse piante tropicali che normalmente fioriscono e danno frutti una sola volta all’anno, dopo che sono state trattate con gli EM, hanno fruttificato più volte durante il medesimo periodo, e in quantità maggiore. Usando gli EM con le piante di cetrioli, che di solito ne producono uno per ceppo, se ne è ottenuti anche quattro o cinque per ceppo. La stessa cosa vale per il granoturco, di cui si sono avuti casi fino a otto pannocchie per gambo, o per i pomodori a ciliegia, che sono passati dalla consueta trentina alla bellezza di 300 per pianta. Con l’uso degli EM, non è soltanto l’incremento di produzione che sbalordisce, ma anche la migliore qualità del prodotto ottenuto, sia come gusto che come valore nutrizionale.
Solo fino a poco tempo fa, questi risultati, ottenuti con l’uso della tecnologia EM, erano impensabili. In realtà, se li si inquadra all’interno della perfetta opera di madre natura, non sono poi così sorprendenti. Nel lontano passato della Terra, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa, il suolo aveva la forza e la capacità necessarie per produrre le immense foreste che coprivano il pianeta.
L’origine di questo potere stava tutta nei microrganismi presenti nel suolo, e se si potesse semplicemente fare in modo che oggi essi ritornassero ad avere la loro funzione naturale, così come l’avevano allora, si potrebbe fare a meno di dissodare il terreno, e a maggior ragione non ci sarebbe più la necessità di prodotti chimici e di concimi artificiali. Esiste già in natura il meccanismo in grado di avviare il processo di produzione di tutto il cibo di cui abbiamo bisogno. Ciò che dobbiamo fare è imparare a sfruttare al massimo questa capacità naturale, e a trarne il meglio, sia da un punto di vista olistico, sia nell’applicazione pratica.
Teniamo tuttavia presente che quando la razza umana ha iniziato a organizzarsi in comunità stanziali, e ha dato avvio alla produzione del cibo indispensabile al proprio sostentamento, i metodi di coltivazione usati richiedevano il regolare dissodamento del terreno, poi una concimazione organica per l’arricchimento del suolo, e più tardi dei fertilizzanti per ottenere dei raccolti più cospicui. Con l’andare del tempo, sono state messe a punto tecniche agricole sempre più elaborate. I prodotti chimici e i concimi artificiali in uso oggi non sono altro che il naturale proseguimento di un modello che si ripete analogo nella sua struttura. È vero che il progresso della tecnica e le innovazioni ci hanno consentito una evoluzione in questo senso, ma le risorse del suolo si sono via via esaurite, e il degrado è continuato, fino a un punto di totale sterilità. Inoltre, si è creata una situazione in cui l’uso di prodotti chimici, concimi artificiali e pesanti macchinari agricoli contribuisce alla distruzione dell’ambiente.
È innegabile che l’uso di prodotti artificiali ha fortemente contribuito all’aumento dei livelli di produttività ed efficacia dell’intervento umano in agricoltura. Ma ciò ha comportato uno sfruttamento del suolo troppo rapido rispetto alla sua intrinseca capacità di rigenerarsi e di mantenersi sano e forte. È un po’ come farsi prestare del denaro prevedendo di non poterlo restituire. I soldi del prestito finiscono, le riserve si esauriscono, il debito è rilevante, e non ci sono i mezzi per procurarsi i fondi per ripianarlo. La credenza è vuota, e pare non esserci modo di riempirla. Questo paragone può delineare la situazione in cui siamo, con un pianeta che ha il suolo esaurito e l’ambiente inquinato. Da questo punto di vista, si potrebbe arrivare a dire che nel Giappone del diciottesimo e diciannovesimo secolo i metodi di coltivazione erano più in sintonia con l’ambiente e la salvaguardia del suolo di quanto non lo siano i metodi applicati al giorno d’oggi. Non ho però la minima intenzione di perorare il ritorno a un sistema che appartiene a un’epoca passata. Non sarebbe di alcuna utilità per risolvere il problema che abbiamo di fronte, proprio perché nei metodi antichi era completamente assente la potenzialità di aumentare la quantità di cibo prodotto. Aggiungo che la medesima osservazione si può fare riguardo ai vari metodi di agricoltura biologica praticati al giorno d’oggi. Essi sono senz’altro meritevoli di lode per l’attenzione che pongono nell’evitare l’uso di prodotti chimici e concimi artificiali, ma resta il fatto che in termini di volume di produzione non c’è paragone con le tecniche convenzionali odierne che, invece, ditali prodotti artificiali fanno ampio uso.
La caratteristica della tecnologia EM è quella di possedere le qualità dei moderni sistemi agricoli, ma in una forma più avanzata. Non fa assolutamente uso di prodotti chimici, pesticidi o alcun tipo di concime; eppure, grazie all’ottimizzazione del ruolo svolto dai microrganismi effettivi, è in grado di migliorare considerevolmente sia la quantità sia la qualità della coltura, dando dei risultati notevolmente superiori a quelli ottenuti dalle moderne tecniche agricole. In questo senso, l’agricoltura che fa uso degli EM può essere considerata la vera agricoltura naturale e olistica “del futuro”. I metodi agricoli che fanno uso di biotecnologie vengono spesso reclamizzati come “l’agricoltura del futuro”. In realtà quei metodi, pur ottenendo discreti risultati in laboratorio facendo ampio uso dell’ingegneria genetica, mostrano poi enormi difetti una volta che vengono applicati “sul campo”, per il semplice motivo che agiscono in contrasto alle leggi naturali dell’evoluzione.
La tecnologia EM assomiglia alla biotecnologia applicata all’agricoltura, nel senso che essa mette insieme un gruppo di microrganismi effettivi e sfrutta il naturale effetto della loro coesistenza per produrre del cibo. Ma, a differenza della biotecnologia, i risultati della tecnologia EM applicata a una reale situazione di coltivazione, restano stabili. Ciò avviene in quanto sono la conseguenza di una operazione di sintesi naturale, che in maniera spontanea si completa da sé, e da sé si perpetua e perfeziona.
Sebbene in Giappone il processo di accettazione della tecnologia EM stia andando piuttosto a rilento, è in aumento il numero dei paesi che la stanno inserendo nelle loro politiche agricole nazionali. Nel continente asiatico, io e il mio team abbiamo già fornito direttive sull’uso degli EM in Tailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Corea, Taiwan, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Myanmar, Nepal, Laos, India e Cina continentale.
Per quanto riguarda il Sud America, in Brasile la tecnologia EM è stata accolta con grande entusiasmo come seria alternativa al metodo distruttivo del “taglia e brucia” che vi viene estensivamente praticato, e anche per proteggere l’ambiente naturale del bacino amazzonico. Tanto che ora il Brasile è il maggior consumatore mondiale di EM. Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia, Perù, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e Messico sono fra le nazioni del Centro e Sud America nelle quali sono in corso applicazioni sperimentali degli EM.
Negli Stati Uniti e in Canada c’è grande interesse per gli EM. Già nel 1993 il Ministero dell’Agricoltura degli USA co-sponsorizzò in California la terza Conferenza Internazionale sulla coltivazione biologica, e i numerosi rapporti presentati in quell’occasione, in cui venivano elencati i grandi risultati ottenuti dalla tecnologia EM, contribuirono fortemente ad accelerarne la diffusione negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Europa, parecchi paesi sono già entrati in contatto con la tecnologia EM, non solo per le sue applicazioni pratiche in agricoltura, ma in generale per l’apporto che essa può fornire alla soluzione dei problemi ambientali. La stessa cosa vale per numerosi paesi africani. In buona sostanza, si può dire che si è ormai stabilita una rete di comunità su scala mondiale che dispongono della tecnologia EM.
Ora, all’alba del ventunesimo secolo, il problema della scarsità di scorte alimentari ha assunto proporzioni colossali, e la sua soluzione non è più differibile. Secondo una mia valutazione, l’applicazione degli EM su scala mondiale permetterebbe di produrre cibo a sufficienza per una popolazione mondiale di dieci miliardi di persone. L’uso della tecnologia EM permetterebbe addirittura di mettere a coltivazione intere zone desertiche, operazione che consentirebbe una produzione di cibo sufficiente per più di venti miliardi di persone. Non auspico certo un incontrollato aumento della popolazione, voglio semplicemente offrire un po’ di ottimismo, che trae la sua ragion d’essere dalla certezza di fornire una concreta possibilità di riuscita.
La propensione dei microrganismi a seguire "il leader"
Finora ho evidenziato i risultati positivi già raggiunti dalla tecnologia EM applicata all’agricoltura, nonché le prospettive per il futuro in questo settore. Ma le sue possibilità applicative non si limitano affatto all’ambito agricolo.
La tecnologia EM ha già dato prova di possedere delle straordinarie potenzialità per porre rimedio ad altri due grandi problemi che ci affliggono: l’inquinamento e i danni all’ambiente che ne derivano. Uno dei prodotti della tecnologia EM è il Bokashi. Quando in Giappone si è iniziato l’uso di EM-Bokashi in campo agricolo, gli agricoltori iniziarono a sperimentarne l’uso anche in qualche altro contesto e si resero conto che esso dava dei risultati davvero innovativi e rivoluzionari, in modo particolare nel trattamento dei rifiuti organici (avanzi dei pasti, rifiuti organici in genere). Come si sia arrivati a capirlo, è ciò che mi accingo a spiegare:
EM è un concentrato liquido che può esere diluito. È prodotto all’interno di vasche a partire da colture contenenti oltre 80 varietà di microrganismi. Questi vengono presi da 10 generi appartenenti a cinque diverse famiglie, e comprendono sia specie aerobiche sia specie anaerobiche. Questa è probabilmente la caratteristica peculiare degli EM: sia microrganismi aerobi che anaerobi coesistono in coltura. Vale a dire che gli EM sono il prodotto della coesistenza di due gruppi di microrganismi che hanno differenti condizioni di vita: quelli aerobi, che hanno bisogno di ossigeno per vivere, e quelli anaerobi, per i quali l’ossigeno significa morte.
Tra gli addetti ai lavori, era opinione diffusa e quasi un dogma il fatto che solo certe specie potevano essere studiate come gruppo omogeneo. Fino ad ora, praticamente nessuno aveva condotto degli esperimenti per vedere che cosa succedeva mettendo assieme microrganismi di specie distinte. Veniva dato ampiamente per scontato che un esperimento condotto su specie non compatibili ne avrebbe inevitabilmente causato la reciproca distruzione. Quindi la microbiologia contemporanea sanciva l’impossibilità di sviluppare delle colture che richiedessero un livello di coesistenza talmente avanzato.
La presunta incompatibilità dei microrganismi aerobi con quelli anaerobi è sempre la prima obiezione sollevata da chi mette in dubbio la validità degli EM. Tuttavia, è un punto fermo incontrovertibile il fatto che microrganismi aerobi e anaerobi possono coesistere. La comprensione di ciò è fondamentale per capire come gli EM possano risolvere i problemi ambientali. Forse mi addentrerò ora in un discorso un po’ troppo tecnico, ma cercate di seguirmi, perché una volta compreso ciò che sto per dire, sarà molto più agevole acquisire una visione d’insieme delle potenzialità degli EM, di come funzionano e perché.
I batteri della fotosintesi e gli azotobatteri sono due esemplari nella miriade di specie di microrganismi che si trovano nel suolo. Entrambe le specie svolgono il ruolo chiave di fissare l’azoto. Tuttavia le condizioni di sopravvivenza dell’una e dell’altra specie sono diametralmente opposte. I batteri della fotosintesi sono anaerobi, ovverosia non possono tollerare l’ossigeno. Gli azotobatteri invece (i batteri localizzati nel suolo che fissano l’azoto) sono aerobi e prosperano con l’02. Aspettarsi che queste due specie coesistano felicemente è un po’ come pensare che olio e acqua siano miscibili. Non sorprende perciò che finora la coesistenza di due microrganismi di questo tipo fosse considerata impossibile; e invece è proprio ciò che succede in una coltura di EM: le due specie coesistono in un modello di simbiosi altamente benefica e produttiva. L’avere scientificamente accertato questo fatto, è stata per me una grande scoperta e un passo in avanti fondamentale per il mio lavoro.
Come si spiega questo comportamento in due specie apparentemente diverse? Una ragione è nello scambio delle fonti alimentari che avviene tra loro. Gli azotobatteri sono aerobi e prosperano all’interno della materia organica, che è anche alla base del loro processo riproduttivo. I rifiuti che vengono prodotti risultano l’ideale fonte di sostentamento per i batteri della fotosintesi che, a loro volta, producono rifiuti organici, e quindi forniscono il nutrimento agli azotobatteri. Questo ciclo alimentare non è altro che quello scambio reciproco che soddisfa una delle condizioni affinché le due specie di microrganismi possano coesistere.
C’è ancora un altro grosso ostacolo alla coesistenza di organismi aerobi e anaerobi: i primi hanno bisogno di ossigeno, gli altri lo rigettano. Gli azotobatteri aerobi si riproducono con l’ossigeno; l’eccessiva proliferazione conduce però a un punto in cui l’ossigeno non è più sufficiente a soddisfare la loro richiesta. È proprio questa condizione di carenza di ossigeno che viene utilizzata dai batteri della fotosintesi, che sono anaerobi, e in tale condizione vivono, prosperano e si riproducono. Ho potuto personalmente verificare tale comportamento e videoregistrarlo al microscopio.
In altre parole, i batteri della fotosintesi e gli azotobatteri si scambiano facilmente le fonti del loro sostentamento alimentare e ciò, unito ad altre condizioni che si devono verificare, permette la loro convivenza, per così dire, sotto lo stesso tetto.
Avendo trovato conferma che ciò è quanto succede con i microrganismi aerobi e anaerobi, mi è sembrato ovvio dedurne che succede la stessa cosa anche con altri tipi di microrganismi. In un singolo grammo di terreno sono presenti miliardi di queste minuscole creature, e fra loro numerose specie anaerobiche. Quindi ci sono molte varietà che mantengono una relazione simbiotica analoga a quella dei batteri della fotosintesi e gli azotobatteri.
All’inizio ho condotto esperimenti su diverse combinazioni di varietà di microrganismi, per trovare quella in grado di ottenere i migliori risultati in termini di raccolto. Devo dire che i primi dati non erano confortanti.
Proseguendo nei miei esperimenti, ho notato però che alcune specie con caratteristiche simili avevano in comune anche il fatto di essere di tipo rigenerativo o di tipo degenerativo. E ho anche scoperto che nella maggioranza dei casi, quando avevano la medesima propensione dinamica, i microrganismi erano in grado di stabilire uno scambio simbiotico vantaggioso per entrambe le parti.
Molti esperti della materia, cui ho sottoposto i risultati delle mie scoperte, hanno mostrato un certo scetticismo, in quanto ritenevano che quelli erano certo buoni risultati, ma ottenuti in laboratorio, e la mia teoria non avrebbe retto alla prova pratica, sul campo, dato che in gioco c’è il delicato equilibrio retto da un numero astronomico di microrganismi, equilibrio che permette loro di coesistere nel terreno in condizioni naturali. Ancor oggi questo è un po’ il modo tradizionale con cui ci si avvicina alla materia, ma gli esperimenti sul campo mi hanno fornito un altro importante elemento.
È vero che nel terreno è presente un numero così elevato di microrganismi che è impossibile sapere quanti sono in realtà, ma è vero anche che la grande maggioranza di essi ha un comportamento opportunistico, vale a dire che mostra la propensione a “seguire il leader”, istinto che li porta a conformarsi al comportamento del tipo dominante all’interno del gruppo. Quindi è il gruppo di microrganismi dominante che determina se il loro atteggiamento sarà di tipo rigenerativo o degenerativo. I tipi dominanti sono in continua lotta supremazia, e nel frattempo gli altri milioni di microrganismi semplicemente alla finestra ad aspettare il risultato della contesa, per poi adattarsi alle caratteristiche e al comportamento dei vincitori.
La battaglia per la supremazia, per così dire, è la stessa che avviene nell'inteststino dell’uomo. Nel nostro intestino ci sono un centinaio di diversi di microrganismi, ma sono solo il lactobacillo bifido (che rappresenta i “bravi ragazzi”) e alcuni tipi di microrganismi patogeni (i "cattivi ragazzi”) che combattono per la supremazia. A seconda di ha meglio, tutto il resto della truppa semplicemente si adegua alle circostanze. Ecco perché finché assimiliamo una quantità sufficiente di lactobacillo bifido, in linea di massima il nostro stomaco sarà in ordine, e non dovremo preoccuparci di tutti gli altri microrganismi presenti nel nostro intestino.
Seguendo lo stesso principio, quindi, risulta necessario creare delle condizioni ambientali che favoriscano la dominanza e la proliferazione di microrganismi di tipo anabiotico. Una volta che il tipo anabiotico esce vincitore, tutti gli altri microrganismi ne imiteranno il comportamento e ne seguiranno la guida. Il ruolo svolto dagli EM è quello di incanalare tutto il potere benefico che è stato generato dai microrganismi anabiotici. Il gruppo utilizzato dagli EM comprende fra gli altri i batteri della fotosintesi, i batteri dell’acido lattico, i fermenti, le muffe, e degli attinomiceti efficaci, di cui alcuni sono aerobi e altri anaerobi, ma tutti benefici per l’uomo e per le piante. E tutti seguono en masse il tipo di microrganismi anabiotici dominante all’ interno del gruppo.
1) Microrganismi aerobi e anaerobi: i microrganismi anaerobi sono quelli che vivono e si sviluppano in condizioni di assenza di ossigeno. È opinione diffusa che, all’inizio dei tempi, sulla Terra non ci fosse ossigeno, con un’atmosfera costituita principalmente da metano, ammoniaca e anidride carbonica. All’inizio, in queste condizioni, i microrganismi anaerobi prosperavano e si moltiplicavano. La grande quantità di materia di scarto che producevano via via che crescevano di numero era composta quasi esclusivamente di ossigeno e azoto. I microrganismi aerobi, invece, per sopravvivere hanno bisogno di ossigeno; si pensa che cominciarono a svilupparsi quando l’atmosfera fece registrare una presenza di ossigeno sufficiente per la loro sopravvivenza. Nel gruppo dei microrganismi anaerobi sono presenti il lactobacillo bifido e altri vari tipi di batteri intestinali, proenzimi (microrganismi zimogenici o batteri della fermentazione), batteri zolfo / solfato riducenti, clorobatteri, e batteri della fotosintesi marrone-verdi tra gli altri. Quasi tutti i microrganismi presenti oggi sulla Terra sono aerobi, quindi sopravvivono e si riproducono in condizioni di presenza di ossigeno. Tra loro, le alghe blu-verdi, gli azotobatteri, il bacillo sp. (bacillo sottile), gli acetobatteri, i batteri metanogeni e i batteri di zolfo. Dato che le condizioni ambientali necessarie a garantire la sopravvivenza sono diametralmente opposte per i due gruppi, fino a poco tempo fa si pensava che la loro coesistenza fosse impossibile. Ma è stato ;coperto che quando nel loro ambiente sono presenti delle sostanze antiossidanti, i licrorganismi della fotosintesi (anaerobi) e gli azotobatteri (aerobi) sono in grado di esistere. Entrambi i gruppi vivono nel terreno, e prima della scoperta della tecnlogia EM si pensava ai microrganismi aerobi come ai “bravi” e quelli anaerobi erano attivi”. I lactobacilli e i batteri della fotosintesi, che sono degli ingredienti importanti nella formula di EM, appartengono al gruppo anaerobico. Ciononostante viene riconosciuta la loro efficacia nel controllo della malattia. Per la precisione, va aggiunto che, conformemente alle leggi di natura che regolano l’ecosistema della Terra, il controllo sui tipi patogeni di microrganismi anaerobi viene effettuato da tipi di microrganismi effettivi che fanno parte dello stesso gruppo, così come il controllo sui tipi patogeni di microrganismi aerobi viene effettuato da tipi efficaci che fanno del gruppo aerobico.
La tecnologia EM ha già dato prova di possedere delle straordinarie potenzialità per porre rimedio ad altri due grandi problemi che ci affliggono: l’inquinamento e i danni all’ambiente che ne derivano. Uno dei prodotti della tecnologia EM è il Bokashi. Quando in Giappone si è iniziato l’uso di EM-Bokashi in campo agricolo, gli agricoltori iniziarono a sperimentarne l’uso anche in qualche altro contesto e si resero conto che esso dava dei risultati davvero innovativi e rivoluzionari, in modo particolare nel trattamento dei rifiuti organici (avanzi dei pasti, rifiuti organici in genere). Come si sia arrivati a capirlo, è ciò che mi accingo a spiegare:
EM è un concentrato liquido che può esere diluito. È prodotto all’interno di vasche a partire da colture contenenti oltre 80 varietà di microrganismi. Questi vengono presi da 10 generi appartenenti a cinque diverse famiglie, e comprendono sia specie aerobiche sia specie anaerobiche. Questa è probabilmente la caratteristica peculiare degli EM: sia microrganismi aerobi che anaerobi coesistono in coltura. Vale a dire che gli EM sono il prodotto della coesistenza di due gruppi di microrganismi che hanno differenti condizioni di vita: quelli aerobi, che hanno bisogno di ossigeno per vivere, e quelli anaerobi, per i quali l’ossigeno significa morte.
Tra gli addetti ai lavori, era opinione diffusa e quasi un dogma il fatto che solo certe specie potevano essere studiate come gruppo omogeneo. Fino ad ora, praticamente nessuno aveva condotto degli esperimenti per vedere che cosa succedeva mettendo assieme microrganismi di specie distinte. Veniva dato ampiamente per scontato che un esperimento condotto su specie non compatibili ne avrebbe inevitabilmente causato la reciproca distruzione. Quindi la microbiologia contemporanea sanciva l’impossibilità di sviluppare delle colture che richiedessero un livello di coesistenza talmente avanzato.
La presunta incompatibilità dei microrganismi aerobi con quelli anaerobi è sempre la prima obiezione sollevata da chi mette in dubbio la validità degli EM. Tuttavia, è un punto fermo incontrovertibile il fatto che microrganismi aerobi e anaerobi possono coesistere. La comprensione di ciò è fondamentale per capire come gli EM possano risolvere i problemi ambientali. Forse mi addentrerò ora in un discorso un po’ troppo tecnico, ma cercate di seguirmi, perché una volta compreso ciò che sto per dire, sarà molto più agevole acquisire una visione d’insieme delle potenzialità degli EM, di come funzionano e perché.
I batteri della fotosintesi e gli azotobatteri sono due esemplari nella miriade di specie di microrganismi che si trovano nel suolo. Entrambe le specie svolgono il ruolo chiave di fissare l’azoto. Tuttavia le condizioni di sopravvivenza dell’una e dell’altra specie sono diametralmente opposte. I batteri della fotosintesi sono anaerobi, ovverosia non possono tollerare l’ossigeno. Gli azotobatteri invece (i batteri localizzati nel suolo che fissano l’azoto) sono aerobi e prosperano con l’02. Aspettarsi che queste due specie coesistano felicemente è un po’ come pensare che olio e acqua siano miscibili. Non sorprende perciò che finora la coesistenza di due microrganismi di questo tipo fosse considerata impossibile; e invece è proprio ciò che succede in una coltura di EM: le due specie coesistono in un modello di simbiosi altamente benefica e produttiva. L’avere scientificamente accertato questo fatto, è stata per me una grande scoperta e un passo in avanti fondamentale per il mio lavoro.
Come si spiega questo comportamento in due specie apparentemente diverse? Una ragione è nello scambio delle fonti alimentari che avviene tra loro. Gli azotobatteri sono aerobi e prosperano all’interno della materia organica, che è anche alla base del loro processo riproduttivo. I rifiuti che vengono prodotti risultano l’ideale fonte di sostentamento per i batteri della fotosintesi che, a loro volta, producono rifiuti organici, e quindi forniscono il nutrimento agli azotobatteri. Questo ciclo alimentare non è altro che quello scambio reciproco che soddisfa una delle condizioni affinché le due specie di microrganismi possano coesistere.
C’è ancora un altro grosso ostacolo alla coesistenza di organismi aerobi e anaerobi: i primi hanno bisogno di ossigeno, gli altri lo rigettano. Gli azotobatteri aerobi si riproducono con l’ossigeno; l’eccessiva proliferazione conduce però a un punto in cui l’ossigeno non è più sufficiente a soddisfare la loro richiesta. È proprio questa condizione di carenza di ossigeno che viene utilizzata dai batteri della fotosintesi, che sono anaerobi, e in tale condizione vivono, prosperano e si riproducono. Ho potuto personalmente verificare tale comportamento e videoregistrarlo al microscopio.
In altre parole, i batteri della fotosintesi e gli azotobatteri si scambiano facilmente le fonti del loro sostentamento alimentare e ciò, unito ad altre condizioni che si devono verificare, permette la loro convivenza, per così dire, sotto lo stesso tetto.
Avendo trovato conferma che ciò è quanto succede con i microrganismi aerobi e anaerobi, mi è sembrato ovvio dedurne che succede la stessa cosa anche con altri tipi di microrganismi. In un singolo grammo di terreno sono presenti miliardi di queste minuscole creature, e fra loro numerose specie anaerobiche. Quindi ci sono molte varietà che mantengono una relazione simbiotica analoga a quella dei batteri della fotosintesi e gli azotobatteri.
All’inizio ho condotto esperimenti su diverse combinazioni di varietà di microrganismi, per trovare quella in grado di ottenere i migliori risultati in termini di raccolto. Devo dire che i primi dati non erano confortanti.
Proseguendo nei miei esperimenti, ho notato però che alcune specie con caratteristiche simili avevano in comune anche il fatto di essere di tipo rigenerativo o di tipo degenerativo. E ho anche scoperto che nella maggioranza dei casi, quando avevano la medesima propensione dinamica, i microrganismi erano in grado di stabilire uno scambio simbiotico vantaggioso per entrambe le parti.
Molti esperti della materia, cui ho sottoposto i risultati delle mie scoperte, hanno mostrato un certo scetticismo, in quanto ritenevano che quelli erano certo buoni risultati, ma ottenuti in laboratorio, e la mia teoria non avrebbe retto alla prova pratica, sul campo, dato che in gioco c’è il delicato equilibrio retto da un numero astronomico di microrganismi, equilibrio che permette loro di coesistere nel terreno in condizioni naturali. Ancor oggi questo è un po’ il modo tradizionale con cui ci si avvicina alla materia, ma gli esperimenti sul campo mi hanno fornito un altro importante elemento.
È vero che nel terreno è presente un numero così elevato di microrganismi che è impossibile sapere quanti sono in realtà, ma è vero anche che la grande maggioranza di essi ha un comportamento opportunistico, vale a dire che mostra la propensione a “seguire il leader”, istinto che li porta a conformarsi al comportamento del tipo dominante all’interno del gruppo. Quindi è il gruppo di microrganismi dominante che determina se il loro atteggiamento sarà di tipo rigenerativo o degenerativo. I tipi dominanti sono in continua lotta supremazia, e nel frattempo gli altri milioni di microrganismi semplicemente alla finestra ad aspettare il risultato della contesa, per poi adattarsi alle caratteristiche e al comportamento dei vincitori.
La battaglia per la supremazia, per così dire, è la stessa che avviene nell'inteststino dell’uomo. Nel nostro intestino ci sono un centinaio di diversi di microrganismi, ma sono solo il lactobacillo bifido (che rappresenta i “bravi ragazzi”) e alcuni tipi di microrganismi patogeni (i "cattivi ragazzi”) che combattono per la supremazia. A seconda di ha meglio, tutto il resto della truppa semplicemente si adegua alle circostanze. Ecco perché finché assimiliamo una quantità sufficiente di lactobacillo bifido, in linea di massima il nostro stomaco sarà in ordine, e non dovremo preoccuparci di tutti gli altri microrganismi presenti nel nostro intestino.
Seguendo lo stesso principio, quindi, risulta necessario creare delle condizioni ambientali che favoriscano la dominanza e la proliferazione di microrganismi di tipo anabiotico. Una volta che il tipo anabiotico esce vincitore, tutti gli altri microrganismi ne imiteranno il comportamento e ne seguiranno la guida. Il ruolo svolto dagli EM è quello di incanalare tutto il potere benefico che è stato generato dai microrganismi anabiotici. Il gruppo utilizzato dagli EM comprende fra gli altri i batteri della fotosintesi, i batteri dell’acido lattico, i fermenti, le muffe, e degli attinomiceti efficaci, di cui alcuni sono aerobi e altri anaerobi, ma tutti benefici per l’uomo e per le piante. E tutti seguono en masse il tipo di microrganismi anabiotici dominante all’ interno del gruppo.
1) Microrganismi aerobi e anaerobi: i microrganismi anaerobi sono quelli che vivono e si sviluppano in condizioni di assenza di ossigeno. È opinione diffusa che, all’inizio dei tempi, sulla Terra non ci fosse ossigeno, con un’atmosfera costituita principalmente da metano, ammoniaca e anidride carbonica. All’inizio, in queste condizioni, i microrganismi anaerobi prosperavano e si moltiplicavano. La grande quantità di materia di scarto che producevano via via che crescevano di numero era composta quasi esclusivamente di ossigeno e azoto. I microrganismi aerobi, invece, per sopravvivere hanno bisogno di ossigeno; si pensa che cominciarono a svilupparsi quando l’atmosfera fece registrare una presenza di ossigeno sufficiente per la loro sopravvivenza. Nel gruppo dei microrganismi anaerobi sono presenti il lactobacillo bifido e altri vari tipi di batteri intestinali, proenzimi (microrganismi zimogenici o batteri della fermentazione), batteri zolfo / solfato riducenti, clorobatteri, e batteri della fotosintesi marrone-verdi tra gli altri. Quasi tutti i microrganismi presenti oggi sulla Terra sono aerobi, quindi sopravvivono e si riproducono in condizioni di presenza di ossigeno. Tra loro, le alghe blu-verdi, gli azotobatteri, il bacillo sp. (bacillo sottile), gli acetobatteri, i batteri metanogeni e i batteri di zolfo. Dato che le condizioni ambientali necessarie a garantire la sopravvivenza sono diametralmente opposte per i due gruppi, fino a poco tempo fa si pensava che la loro coesistenza fosse impossibile. Ma è stato ;coperto che quando nel loro ambiente sono presenti delle sostanze antiossidanti, i licrorganismi della fotosintesi (anaerobi) e gli azotobatteri (aerobi) sono in grado di esistere. Entrambi i gruppi vivono nel terreno, e prima della scoperta della tecnlogia EM si pensava ai microrganismi aerobi come ai “bravi” e quelli anaerobi erano attivi”. I lactobacilli e i batteri della fotosintesi, che sono degli ingredienti importanti nella formula di EM, appartengono al gruppo anaerobico. Ciononostante viene riconosciuta la loro efficacia nel controllo della malattia. Per la precisione, va aggiunto che, conformemente alle leggi di natura che regolano l’ecosistema della Terra, il controllo sui tipi patogeni di microrganismi anaerobi viene effettuato da tipi di microrganismi effettivi che fanno parte dello stesso gruppo, così come il controllo sui tipi patogeni di microrganismi aerobi viene effettuato da tipi efficaci che fanno del gruppo aerobico.
L”acchiappa-problemi”, dai rifiuti organici all'inquinamento ambientale
La capacità degli EM di contribuire alla risoluzione dei problemi dell’ambiente dipende dall’azione di due tipi di microrganismi: gli EM zimogeni (fermentativi), microrganismi effettivi che producono degli agenti antiossidanti, e certi altri tipi di microrganismi con capacità sintetiche. Le sostanze inquinanti, tanto giustamente disprezzate dal genere umano, sono proprio il nutrimento preferito dai microrganismi anaerobi. In considerazione di ciò, la situazione che vi descriverò diventa plausibile.
Tra i batteri della fotosintesi che svolgono un ruolo chiave negli EM, ve ne sono alcuni in grado di sopportare temperature estremamente alte, in certi casi anche più di 700°C, cosa che avviene in assenza di ossigeno. L’unica possibile spiegazione di come creature con simili caratteristiche si trovino ora qui fra noi, è che esse discendano da forme di vita che ebbero origine nello spazio, e che poi sono arrivate sulla Terra, quando il pianeta era ancora una palla di fuoco. Stando così le cose, la si potrebbe vedere come l’origine della vita sulla Terra, così come la conosciamo noi.
Gli scienziati hanno sempre sostenuto che la vita sulla Terra si sia originata solo dopo la formazione di nubi temporalesche che, scaricandosi hanno inondato il nostro pianeta tanto da produrre gli oceani e raffreddarlo. Questa teoria, però, non pare più sostenibile. È anche possibile che i primi esseri viventi presenti sulla Terra fossero in grado di tollerare temperature estremamente alte, di 500°C o più, aborrissero l’ossigeno e traessero linfa vitale da una combinazione di diossido di carbonio (anidride carbonica) e gas metano, ammoniaca e solfuro di idrogeno. E forse si sono moltiplicati a una velocità tale che hanno determinato la fissazione del diossido di carbonio e il conseguente rilascio di azoto2, ossigeno e acqua. L’anidride carbonica che ne è risultata avrebbe causato l’abbassamento della temperatura terrestre; vale a dire che avrebbe fatto agire in senso contrario il primordiale “effetto serra” della Terra, consentendo al pianeta di raffreddarsi fino a circa 100°C o meno. A sua volta, ciò avrebbe fatto condensare il vapore che formava l’atmosfera della Terra, trasformandolo in precipitazioni piovose verso la superficie terrestre, con la conseguente formazione degli oceani. Se prendiamo per buona questa teoria, ne consegue che sono sbagliate le attuali convinzioni per quel che riguarda ”1'effetto serra".
La teoria dell’“effetto serra” è basata sul fatto che, se fosse rilasciata tutta l’anidride carbonica non volatile che si trova attualmente sul nostro pianeta, la temperatura della Terra toccherebbe i 200-300°C. Ormai questa è la teoria universalmente accettata, ma vorrei far notare che vi è implicito il fatto che la riduzione dell’“effetto serra” è collegata all’esistenza dei microrganismi anaerobi.
Se ci riflettiamo un momento, diventa chiaro che l’ossigeno e l’acqua, vitali per la nostra sopravvivenza, sono in realtà il materiale di scarto di quegli stessi microrganismi anaerobi. Dal loro punto di vista, l’ambiente terrestre è diventato terribilmente “inquinato” a causa di un eccesso di ossigeno, situazione venutasi a creare in seguito alla loro eccezionale capacità di moltiplicarsi. In questo senso, per quel particolare gruppo di microrganismi l’ossigeno non è altro che una sostanza altamente inquinante. Per la stessa ragione, nulla ci impedisce di considerare l’ossigeno come colui che ha scacciato i microrganismi anaerobi dalla ribalta, costringendoli a nascondersi nei pochi posti che rimanevano sul pianeta Terra dove le condizioni ambientali hanno continuato ad offrire loro un posto dove poter soggiornare. Siamo portati a credere che le condizioni ambientali ai primordi della storia della Terra fossero ideali, con ossigeno in abbondanza e pulito, e acqua non inquinata. Ma è un giudizio di parte, perché dal punto di vista dei microrganismi anaerobi una sovrabbondanza di ossigeno avrebbe rappresentato il massimo dell’inquinamento e l’impossibilità di sopravvivere.
Visto l’inquinamento che essi stessi hanno causato con la loro grande produzione di materiale di scarto, queste particolari forme di microrganismi anaerobi per sopravvivere hanno dovuto evolversi. Quelli che non sono stati in grado di farlo, che sono la grande maggioranza, o si sono estinti o, come detto, hanno dovuto adeguarsi a trovare rifugio nei pochi posti sulla Terra dove le condizioni ambientali hanno permesso loro di sopravvivere. E ora troviamo quei microrganismi completamente anaerobi nascosti nelle profondità della Terra, o nei pressi delle aperture sul fondo dell’oceano, ultime vestigia di quegli elementi che sono stati protagonisti dello scambio gassoso che ha dato origine alla vita sulla Terra.
EM non ha fatto altro che estrarre dai nascondigli dove si erano rifugiati i tipi anabiotici di microrganismi anaerobi, discendenti dei microrganismi che furono gli antenati delle prime forme di vita sulla Terra, e li ha messi in condizione di coesistere con tipi anabiotici di microrganismi aerobi. Cosa succederebbe se gli EM fossero immessi in una zona della Terra altamente inquinata, zona che riprodurrebbe oggi le stesse condizioni ambientali in cui i loro lontani antenati si sono riprodotti quando la Terra era giovane? La combinazione di anidride carbonica, ammoniaca, gas metano e solfuro di idrogeno sarebbe una prelibatezza per quelle minuscole creature che, senza dubbio, consumerebbero ben volentieri.
Il nostro gruppo di ricerca ha lavorato esattamente su quest’ipotesi, ricreando in laboratorio un ambiente altamente inquinato che ha favorito la riproduzione degli EM. I risultati degli esperimenti sono sbalorditivi. In un esperimento gli EM sono stati messi nel filtro di una fossa biologica dove arrivavano gli scarichi provenienti sia da gabinetti che da lavandini o lavatrici dove veniva usato del detersivo. Ebbene, gli EM messi nel sistema di filtraggio hanno purificato a tal punto le acque di scarico che l’acqua filtrata si poteva tranquillamente bere nel giro di ventiquattrore! Tanto per fare un esempio, il sistema completo di EM per il riciclo delle acque di scarico che attualmente è in funzione presso la Biblioteca pubblica di Gushigawa (Okinawa, Giappone) fa risparmiare tantissimo sulla bolletta dell’acqua, addirittura ha ridotto i costi del 95%!
un altro caso, gli abitanti di Kani (Honshu, Giappone) producono un concime organico di buona qualità che utilizzano nei loro giardini. Per produrlo fanno uso degli EM, con cui trattano gli avanzi di cucina e i rifiuti organici in genere. L’operazione riesce così bene che ormai praticamente nessuno a Kani butta più via l’umido, ma lo ricida per farne concime. Il risultato è che le spese del Comune per lo smaltimento rifiuti, che prima aumentavano del 15% all’anno, adesso si riducono del 15% all’anno. Non conosco amministratore locale che non sia alle prese col problema dell’aumento dei costi per lo smaltimento rifiuti, eppure la tecnologia EM offre una soluzione, grazie al riciclo dei rifiuti organici che potrebbero diventare una vera risorsa se ogni famiglia vi facesse ricorso. I sistemi di smaltimento attualmente utilizzati sono estremamente onerosi, e sono anche uno spreco di denaro pubblico. Un uso concertato della tecnologia EM potrebbe essere la soluzione, con davvero poca spesa. E i soldi risparmiati verrebbero dirottati su altri interventi a favore della comunità.
L’uso degli EM in ambiente domestico non è affatto limitato al riciclo dei rifiuti organici. Si possono usare nella preparazione dei cibi e nella conservazione, dato che contengono gli zimogeni necessari alla fermentazione, e vanno benissimo per fare il pane e per i tipici sottaceti fermentati giapponesi. Conservano più a lungo la freschezza di frutta e verdura, e migliorano la crescita delle piante da appartamento, e in generale di tutti i prodotti dell’orto e del giardino. Si possono usare per togliere gli odori nei bagni, e anche per levare quei maleodoranti accumuli di sporco che si formano negli scarichi. Se ne può sfruttare l’azione persino facendo il bucato: poche gocce aggiunte all’acqua durante il lavaggio di capi in cotone preservano il tessuto e mantengono gli indumenti come nuovi.
Le applicazioni e i benefici degli EM sono infiniti, ma la cosa più importante da tenere presente è il fatto che quello che noi uomini consideriamo inquinato, sporco, infetto o puzzolente, è il nutrimento dei microrganismi degli EM. Stando così le cose, capite che potrebbe non esserci limite alle applicazioni di questa tecnologia. L’altro aspetto importante è il costo contenuto del prodotto.
Un altro serio problema da risolvere per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua è costituito dagli scarichi maleodoranti e contaminati provenienti degli allevamenti di bestiame. Basterebbe aggiungere un po’ di EM all’acqua che bevono gli animali e lavare le stalle con getti d’acqua in cui è stata diluita una soluzione di EM.
In tutta franchezza mi sento di affermare che, se usati in modo corretto, gli EM rappresentano la soluzione di gran parte dei problemi ambientali che ci opprimono, dallo smaltimento delle sostanze chimiche e radioattive, al trattamento degli scarichi agricoli; per non parlare dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua in generale, della pioggia acida, dell’eccessiva concentrazione di anidride carbonica, del buco nell’ozono e così via. Mai prima d’ora si era trovata una soluzione così rapida, e soprattutto così conveniente nel rapporto costi-risultati.
2) Fissazione dell’azoto: la fissazione dell’azoto è quel processo che deve avvenire affinché la vegetazione possa utilizzare l’azoto presente in atmosfera. L’azoto è presente nell’atmosfera sotto forma di gas, N2, ma siccome le piante non sono in grado di utilizzarlo direttamente in questa forma, è necessario che si trasformi da gas a sostanza. La trasformazione avviene grazie all’azione dei microrganismi e di una scarica elettrica (fulmine) che trasforma il gas in acido nitrico (HNO3) e ammoniaca (NH3) con un processo chiamato “fissazione dell’azoto naturale”.
Cresce l'interesse sul fronte medico
Oltre agli straordinari risultati ottenuti con l’uso degli EM in campo agricolo e nella produzione alimentare, nonché nelle problematiche ambientali e dell’inquinamento, gli EM si stanno dimostrando efficaci in un altro campo, anch’esso estremamente importante: quello della salute. Tuttavia non posso affermare che le ricerche e gli studi portati finora avanti sulle applicazioni in campo sanitario degli EM, e i loro effetti benefici, siano così esaustivi come nel caso dell’agricoltura e dell’ambiente. Di conseguenza, non sono in grado di citare molti esempi documentati del loro utilizzo in questo campo, ma posso senz’altro fornire un breve profilo degli apparenti effetti benefici che gli EM cominciano a far emergere sul fronte sanitario.
L’EM-X è fra i più recenti ritrovati della tecnologia EM. Rispetto agli EM standard, ha più spiccate propensioni e proprietà antiossidanti. È già in uso un trattamento che prevede che il paziente ingerisca l’EM-X sotto controllo medico. I dati in nostro possesso mostrano che l’EM-X ha effetti positivi sulla salute dei pazienti in cura. Secondo me ciò è dovuto all’azione che essi svolgono sui microrganismi presenti in così gran numero nel nostro intestino, provocando una variazione negli equilibri di potere, e favorendo la dominanza del tipo anabiotico benefico.
Allo stadio di ricerca e utilizzo in cui ci troviamo, i medici che prescrivono EM-X non sono ancora in grado di stilare giudizi definitivi sui suoi effetti, dato che i riscontri alla sua somministrazione variano da paziente a paziente.
Mi rendo conto che esistono anche casi di remissione spontanea della malattia, in malati di cancro che hanno poi guarigioni miracolose; perciò, nel caso dei pazienti appena citati, non me la sento di affermare che i miglioramenti siano merito esclusivo di EM-X. Tuttavia, vista la notevole incidenza di guarigioni tra i loro pazienti che lo bevono, parecchi medici, basandosi sulla loro esperienza diretta, non escludono affatto una qualche correlazione fra l’uso di EM-X e la percentuale di guarigioni.
So di un medico che sosteneva l’impossibilità che esistesse qualsiasi riscontro scientifico circa l’efficacia terapeutica di EM-X. Questo medico soffriva di una forte allergia al polline, e disse che avrebbe cambiato idea su EM-X se questo avesse fatto qualcosa contro la sua allergia. Pare che nel giro di una settimana le sue condizioni migliorarono in maniera così consistente, che cominciò seriamente a pensare che qualcosa di vero doveva pur esserci. Quindi, o attraverso esperienze in cui sono stati coinvolti personalmente, come è avvenuto per questo collega, o vedendo i miglioramenti nei loro pazienti, a poco a poco s’è diffuso nell’ambito ospedaliero un certo interesse e sostegno per l’EM-X da parte dei medici.
Parecchie case farmaceutiche mi hanno contattato proponendomi di commercializzare EM-X, ma io sono convinto che questa non è materia che merita d’essere trasformata in una macchina per far soldi.
Mi reputo già abbastanza fortunato per essere riuscito a far luce su una particolarità fino ad allora sconosciuta, che caratterizza i microrganismi che ci circondano. E ora voglio che la mia scoperta sia a disposizione di tutti, e a buon mercato. Sono fermamente convinto che tutto ciò che esiste in natura o che si trova nel mondo attorno a noi appartenga a ogni uomo, donna e bambino di questo pianeta.
Anche se per mantenerci in una buona condizione di salute parrebbe necessario il coinvolgimento di parecchi fattori, in realtà ciò che davvero conta è il buon funzionamento del nostro sistema immunitario. Nel corso della nostra storia, l’immunità che abbiamo sviluppato verso talune malattie è semplicemente da attribuire all’esposizione, diretta o indiretta, che abbiamo avuto a quelle malattie. L’evoluzione del nostro sistema immunitario è di per sé la prova della nostra evoluzione come esseri umani: gli esseri viventi posseggono un’ampia gamma di capacità d’adattamento, in quanto hanno sviluppato un’immunità a largo raggio. Si è visto che le proprietà antiossidanti possedute dall’EM-X hanno un effetto positivo sul nostro sistema immunitario, e lo rinforzano. Questo è il motivo per cui per me diventa importantissimo verificare quale ruolo può avere nel futuro la tecnologia EM nel campo della medicina e nell’ambito dei sistemi sanitari.
La capacità degli EM di contribuire alla risoluzione dei problemi dell’ambiente dipende dall’azione di due tipi di microrganismi: gli EM zimogeni (fermentativi), microrganismi effettivi che producono degli agenti antiossidanti, e certi altri tipi di microrganismi con capacità sintetiche. Le sostanze inquinanti, tanto giustamente disprezzate dal genere umano, sono proprio il nutrimento preferito dai microrganismi anaerobi. In considerazione di ciò, la situazione che vi descriverò diventa plausibile.
Tra i batteri della fotosintesi che svolgono un ruolo chiave negli EM, ve ne sono alcuni in grado di sopportare temperature estremamente alte, in certi casi anche più di 700°C, cosa che avviene in assenza di ossigeno. L’unica possibile spiegazione di come creature con simili caratteristiche si trovino ora qui fra noi, è che esse discendano da forme di vita che ebbero origine nello spazio, e che poi sono arrivate sulla Terra, quando il pianeta era ancora una palla di fuoco. Stando così le cose, la si potrebbe vedere come l’origine della vita sulla Terra, così come la conosciamo noi.
Gli scienziati hanno sempre sostenuto che la vita sulla Terra si sia originata solo dopo la formazione di nubi temporalesche che, scaricandosi hanno inondato il nostro pianeta tanto da produrre gli oceani e raffreddarlo. Questa teoria, però, non pare più sostenibile. È anche possibile che i primi esseri viventi presenti sulla Terra fossero in grado di tollerare temperature estremamente alte, di 500°C o più, aborrissero l’ossigeno e traessero linfa vitale da una combinazione di diossido di carbonio (anidride carbonica) e gas metano, ammoniaca e solfuro di idrogeno. E forse si sono moltiplicati a una velocità tale che hanno determinato la fissazione del diossido di carbonio e il conseguente rilascio di azoto2, ossigeno e acqua. L’anidride carbonica che ne è risultata avrebbe causato l’abbassamento della temperatura terrestre; vale a dire che avrebbe fatto agire in senso contrario il primordiale “effetto serra” della Terra, consentendo al pianeta di raffreddarsi fino a circa 100°C o meno. A sua volta, ciò avrebbe fatto condensare il vapore che formava l’atmosfera della Terra, trasformandolo in precipitazioni piovose verso la superficie terrestre, con la conseguente formazione degli oceani. Se prendiamo per buona questa teoria, ne consegue che sono sbagliate le attuali convinzioni per quel che riguarda ”1'effetto serra".
La teoria dell’“effetto serra” è basata sul fatto che, se fosse rilasciata tutta l’anidride carbonica non volatile che si trova attualmente sul nostro pianeta, la temperatura della Terra toccherebbe i 200-300°C. Ormai questa è la teoria universalmente accettata, ma vorrei far notare che vi è implicito il fatto che la riduzione dell’“effetto serra” è collegata all’esistenza dei microrganismi anaerobi.
Se ci riflettiamo un momento, diventa chiaro che l’ossigeno e l’acqua, vitali per la nostra sopravvivenza, sono in realtà il materiale di scarto di quegli stessi microrganismi anaerobi. Dal loro punto di vista, l’ambiente terrestre è diventato terribilmente “inquinato” a causa di un eccesso di ossigeno, situazione venutasi a creare in seguito alla loro eccezionale capacità di moltiplicarsi. In questo senso, per quel particolare gruppo di microrganismi l’ossigeno non è altro che una sostanza altamente inquinante. Per la stessa ragione, nulla ci impedisce di considerare l’ossigeno come colui che ha scacciato i microrganismi anaerobi dalla ribalta, costringendoli a nascondersi nei pochi posti che rimanevano sul pianeta Terra dove le condizioni ambientali hanno continuato ad offrire loro un posto dove poter soggiornare. Siamo portati a credere che le condizioni ambientali ai primordi della storia della Terra fossero ideali, con ossigeno in abbondanza e pulito, e acqua non inquinata. Ma è un giudizio di parte, perché dal punto di vista dei microrganismi anaerobi una sovrabbondanza di ossigeno avrebbe rappresentato il massimo dell’inquinamento e l’impossibilità di sopravvivere.
Visto l’inquinamento che essi stessi hanno causato con la loro grande produzione di materiale di scarto, queste particolari forme di microrganismi anaerobi per sopravvivere hanno dovuto evolversi. Quelli che non sono stati in grado di farlo, che sono la grande maggioranza, o si sono estinti o, come detto, hanno dovuto adeguarsi a trovare rifugio nei pochi posti sulla Terra dove le condizioni ambientali hanno permesso loro di sopravvivere. E ora troviamo quei microrganismi completamente anaerobi nascosti nelle profondità della Terra, o nei pressi delle aperture sul fondo dell’oceano, ultime vestigia di quegli elementi che sono stati protagonisti dello scambio gassoso che ha dato origine alla vita sulla Terra.
EM non ha fatto altro che estrarre dai nascondigli dove si erano rifugiati i tipi anabiotici di microrganismi anaerobi, discendenti dei microrganismi che furono gli antenati delle prime forme di vita sulla Terra, e li ha messi in condizione di coesistere con tipi anabiotici di microrganismi aerobi. Cosa succederebbe se gli EM fossero immessi in una zona della Terra altamente inquinata, zona che riprodurrebbe oggi le stesse condizioni ambientali in cui i loro lontani antenati si sono riprodotti quando la Terra era giovane? La combinazione di anidride carbonica, ammoniaca, gas metano e solfuro di idrogeno sarebbe una prelibatezza per quelle minuscole creature che, senza dubbio, consumerebbero ben volentieri.
Il nostro gruppo di ricerca ha lavorato esattamente su quest’ipotesi, ricreando in laboratorio un ambiente altamente inquinato che ha favorito la riproduzione degli EM. I risultati degli esperimenti sono sbalorditivi. In un esperimento gli EM sono stati messi nel filtro di una fossa biologica dove arrivavano gli scarichi provenienti sia da gabinetti che da lavandini o lavatrici dove veniva usato del detersivo. Ebbene, gli EM messi nel sistema di filtraggio hanno purificato a tal punto le acque di scarico che l’acqua filtrata si poteva tranquillamente bere nel giro di ventiquattrore! Tanto per fare un esempio, il sistema completo di EM per il riciclo delle acque di scarico che attualmente è in funzione presso la Biblioteca pubblica di Gushigawa (Okinawa, Giappone) fa risparmiare tantissimo sulla bolletta dell’acqua, addirittura ha ridotto i costi del 95%!
un altro caso, gli abitanti di Kani (Honshu, Giappone) producono un concime organico di buona qualità che utilizzano nei loro giardini. Per produrlo fanno uso degli EM, con cui trattano gli avanzi di cucina e i rifiuti organici in genere. L’operazione riesce così bene che ormai praticamente nessuno a Kani butta più via l’umido, ma lo ricida per farne concime. Il risultato è che le spese del Comune per lo smaltimento rifiuti, che prima aumentavano del 15% all’anno, adesso si riducono del 15% all’anno. Non conosco amministratore locale che non sia alle prese col problema dell’aumento dei costi per lo smaltimento rifiuti, eppure la tecnologia EM offre una soluzione, grazie al riciclo dei rifiuti organici che potrebbero diventare una vera risorsa se ogni famiglia vi facesse ricorso. I sistemi di smaltimento attualmente utilizzati sono estremamente onerosi, e sono anche uno spreco di denaro pubblico. Un uso concertato della tecnologia EM potrebbe essere la soluzione, con davvero poca spesa. E i soldi risparmiati verrebbero dirottati su altri interventi a favore della comunità.
L’uso degli EM in ambiente domestico non è affatto limitato al riciclo dei rifiuti organici. Si possono usare nella preparazione dei cibi e nella conservazione, dato che contengono gli zimogeni necessari alla fermentazione, e vanno benissimo per fare il pane e per i tipici sottaceti fermentati giapponesi. Conservano più a lungo la freschezza di frutta e verdura, e migliorano la crescita delle piante da appartamento, e in generale di tutti i prodotti dell’orto e del giardino. Si possono usare per togliere gli odori nei bagni, e anche per levare quei maleodoranti accumuli di sporco che si formano negli scarichi. Se ne può sfruttare l’azione persino facendo il bucato: poche gocce aggiunte all’acqua durante il lavaggio di capi in cotone preservano il tessuto e mantengono gli indumenti come nuovi.
Le applicazioni e i benefici degli EM sono infiniti, ma la cosa più importante da tenere presente è il fatto che quello che noi uomini consideriamo inquinato, sporco, infetto o puzzolente, è il nutrimento dei microrganismi degli EM. Stando così le cose, capite che potrebbe non esserci limite alle applicazioni di questa tecnologia. L’altro aspetto importante è il costo contenuto del prodotto.
Un altro serio problema da risolvere per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua è costituito dagli scarichi maleodoranti e contaminati provenienti degli allevamenti di bestiame. Basterebbe aggiungere un po’ di EM all’acqua che bevono gli animali e lavare le stalle con getti d’acqua in cui è stata diluita una soluzione di EM.
In tutta franchezza mi sento di affermare che, se usati in modo corretto, gli EM rappresentano la soluzione di gran parte dei problemi ambientali che ci opprimono, dallo smaltimento delle sostanze chimiche e radioattive, al trattamento degli scarichi agricoli; per non parlare dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua in generale, della pioggia acida, dell’eccessiva concentrazione di anidride carbonica, del buco nell’ozono e così via. Mai prima d’ora si era trovata una soluzione così rapida, e soprattutto così conveniente nel rapporto costi-risultati.
2) Fissazione dell’azoto: la fissazione dell’azoto è quel processo che deve avvenire affinché la vegetazione possa utilizzare l’azoto presente in atmosfera. L’azoto è presente nell’atmosfera sotto forma di gas, N2, ma siccome le piante non sono in grado di utilizzarlo direttamente in questa forma, è necessario che si trasformi da gas a sostanza. La trasformazione avviene grazie all’azione dei microrganismi e di una scarica elettrica (fulmine) che trasforma il gas in acido nitrico (HNO3) e ammoniaca (NH3) con un processo chiamato “fissazione dell’azoto naturale”.
Cresce l'interesse sul fronte medico
Oltre agli straordinari risultati ottenuti con l’uso degli EM in campo agricolo e nella produzione alimentare, nonché nelle problematiche ambientali e dell’inquinamento, gli EM si stanno dimostrando efficaci in un altro campo, anch’esso estremamente importante: quello della salute. Tuttavia non posso affermare che le ricerche e gli studi portati finora avanti sulle applicazioni in campo sanitario degli EM, e i loro effetti benefici, siano così esaustivi come nel caso dell’agricoltura e dell’ambiente. Di conseguenza, non sono in grado di citare molti esempi documentati del loro utilizzo in questo campo, ma posso senz’altro fornire un breve profilo degli apparenti effetti benefici che gli EM cominciano a far emergere sul fronte sanitario.
L’EM-X è fra i più recenti ritrovati della tecnologia EM. Rispetto agli EM standard, ha più spiccate propensioni e proprietà antiossidanti. È già in uso un trattamento che prevede che il paziente ingerisca l’EM-X sotto controllo medico. I dati in nostro possesso mostrano che l’EM-X ha effetti positivi sulla salute dei pazienti in cura. Secondo me ciò è dovuto all’azione che essi svolgono sui microrganismi presenti in così gran numero nel nostro intestino, provocando una variazione negli equilibri di potere, e favorendo la dominanza del tipo anabiotico benefico.
Allo stadio di ricerca e utilizzo in cui ci troviamo, i medici che prescrivono EM-X non sono ancora in grado di stilare giudizi definitivi sui suoi effetti, dato che i riscontri alla sua somministrazione variano da paziente a paziente.
Mi rendo conto che esistono anche casi di remissione spontanea della malattia, in malati di cancro che hanno poi guarigioni miracolose; perciò, nel caso dei pazienti appena citati, non me la sento di affermare che i miglioramenti siano merito esclusivo di EM-X. Tuttavia, vista la notevole incidenza di guarigioni tra i loro pazienti che lo bevono, parecchi medici, basandosi sulla loro esperienza diretta, non escludono affatto una qualche correlazione fra l’uso di EM-X e la percentuale di guarigioni.
So di un medico che sosteneva l’impossibilità che esistesse qualsiasi riscontro scientifico circa l’efficacia terapeutica di EM-X. Questo medico soffriva di una forte allergia al polline, e disse che avrebbe cambiato idea su EM-X se questo avesse fatto qualcosa contro la sua allergia. Pare che nel giro di una settimana le sue condizioni migliorarono in maniera così consistente, che cominciò seriamente a pensare che qualcosa di vero doveva pur esserci. Quindi, o attraverso esperienze in cui sono stati coinvolti personalmente, come è avvenuto per questo collega, o vedendo i miglioramenti nei loro pazienti, a poco a poco s’è diffuso nell’ambito ospedaliero un certo interesse e sostegno per l’EM-X da parte dei medici.
Parecchie case farmaceutiche mi hanno contattato proponendomi di commercializzare EM-X, ma io sono convinto che questa non è materia che merita d’essere trasformata in una macchina per far soldi.
Mi reputo già abbastanza fortunato per essere riuscito a far luce su una particolarità fino ad allora sconosciuta, che caratterizza i microrganismi che ci circondano. E ora voglio che la mia scoperta sia a disposizione di tutti, e a buon mercato. Sono fermamente convinto che tutto ciò che esiste in natura o che si trova nel mondo attorno a noi appartenga a ogni uomo, donna e bambino di questo pianeta.
Anche se per mantenerci in una buona condizione di salute parrebbe necessario il coinvolgimento di parecchi fattori, in realtà ciò che davvero conta è il buon funzionamento del nostro sistema immunitario. Nel corso della nostra storia, l’immunità che abbiamo sviluppato verso talune malattie è semplicemente da attribuire all’esposizione, diretta o indiretta, che abbiamo avuto a quelle malattie. L’evoluzione del nostro sistema immunitario è di per sé la prova della nostra evoluzione come esseri umani: gli esseri viventi posseggono un’ampia gamma di capacità d’adattamento, in quanto hanno sviluppato un’immunità a largo raggio. Si è visto che le proprietà antiossidanti possedute dall’EM-X hanno un effetto positivo sul nostro sistema immunitario, e lo rinforzano. Questo è il motivo per cui per me diventa importantissimo verificare quale ruolo può avere nel futuro la tecnologia EM nel campo della medicina e nell’ambito dei sistemi sanitari.
Ceramica EM: un trampolino di lancio per la rivoluzionaria innovazione che ci attende
Vorrei ora parlare di un nuovo ritrovato della tecnologia EM. Il nome del prodotto che fa uso di questa tecnologia è “PureSoil”.
Qui voglio solo fare un breve accenno alle principali caratteristiche di PureSoil, ne parlerò diffusamente più avanti.
PureSoil è un tipo di ceramica ottenuta con un particolare processo, miscelando dell’argilla con gli EM. La combinazione dell’energia inorganica della ceramica con le proprietà degli EM rende questo prodotto particolarmente adatto a eliminare i cattivi odori, e per la depurazione delle acque.
Immagino che nessuno al mondo avrebbe mai pensato che microrganismi introdotti nell’argilla che viene poi portata a una temperatura di almeno 700°C, necessaria per trasformarla in ceramica, a fine cottura siano ancora integri. Il concetto che dei microrganismi possano sopravvivere all’esposizione a temperature tanto elevate giustifica senz’altro lo scetticismo dei più.
Confesso che io stesso all’inizio non potevo crederci, ma le prove erano inequivocabili, e i fatti parlavano da sé, tanto da convincermi ad approfondirne lo studio. Le ricerche condotte mi hanno confermato che gli EM mantengono intatte le loro straordinarie capacità anche quando vengono introdotti nell’argilla e poi portati a temperature estreme.
Sotto forma di ceramica, gli EM possono apportare parecchi straordinari benefici. Tra questi: miscelandoli con la crusca del riso si può ottenere EM Bokashi. Aggiunti all’acqua, la purificano e la mantengono tale a tempo indeterminato.
Spruzzati sui pavimenti delle stalle degli allevamenti di suini, ne eliminano completamente il terribile odore. Lo stesso avviene mischiandoli con il terreno. In pratica, la ceramica EM è in grado di dare gli stessi risultati degli EM tradizionali.
Inoltre, dal momento che gli EM si trovano in questo caso sotto forma di ceramica, è sufficiente polverizzarla finemente e spargerla sul terreno che si vuole trattare. In questo modo è più agevole purificare i fondali marini e i letti dei fiumi, per non parlare delle zone melmose di paludi e acquitrini. Si tratta di ambienti naturali dove finora l’uso di qualsiasi altro tipo di EM non era stato molto efficace. Se si facesse un uso simile degli EM nell’ambito di un piano di intervento globale per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque, sono convinto che ci sarebbero grandissime probabilità di riuscita.
L’acqua è una risorsa presente su tutto il pianeta. Da questo punto di vista, il volume totale dell’acqua sulla Terra non subisce mai cali o incrementi, ma l’unica cosa che cambia è il grado di inquinamento dell’acqua che noi stessi usiamo. Tuttavia non dobbiamo pensare di dover effettuare per forza una pulizia generalizzata, su scala globale. Per esempio, se solo si depurasse e riciclasse l’acqua che si usa in casa, si potrebbe avere dell’acqua potabile assolutamente pulita e sicura, e, come immediata conseguenza, un minor ricorso alle risorse idriche abituali.
Così facendo, avremmo dei sostanziali cambiamenti nella fornitura dell’acqua per uso domestico, quella del rubinetto per intenderci, e poi nel riciclo delle acque di scarico, e ancora, nelle reti fognarie. Potendo eliminare l’enorme richiesta giornaliera di acqua potabile, si potrebbe fare a meno degli interventi previsti su vasti tratti di zone montane per l’edificazione di dighe. Anche le fognature ne ricaverebbero vantaggi: la loro costruzione necessita infatti di forti finanziamenti, e se si riducesse l’enorme quantità di liquame che attualmente transita per le condotte fognarie, non sarebbe più necessario costruire reti fognarie molto estese, e di conseguenza i finanziamenti sarebbero dirottati su utilizzazioni alternative.
Mi viene in mente per esempio il cablaggio della rete elettrica, al posto degli attuali cavi aerei. Usata nella fabbricazione di serbatoi della benzina e marmitte per l’industria automobilistica, la ceramica EM è in grado di risolvere i problemi creati dagli scarichi delle auto, nonché di far risparmiare parecchia benzina, in quanto può farne aumentare l’efficienza della combustione almeno del 30%. A mio avviso, se l’applicazione della ceramica EM fosse estesa ad altre tecnologie in uso, sarebbe auspicabile un risparmio generalizzato d’energia su valori tra il 30 e il 50%.
Altro scenario prevedibile con l’uso della ceramica EM: le petroliere lasciano giù il loro carico di petrolio, e tornano in Medio Oriente portando acqua fresca. Come? La ceramica EM, con le sue capacità neutralizzanti, eliminerebbe facilmente l’odore di benzina. Allo stesso modo in cui una miscela di EM e ceramica EM può essere usata per sterilizzare le petroliere e renderle sicure per il trasporto di acqua fresca, la stessa miscela potrebbe essere usata per il trattamento delle acque di scarico nelle aree urbane. Una volta che un sistema del genere fosse reso operativo, mi posso prefigurare addirittura la possibilità di portare l’acqua in zone aride, e così far diventare buona Terra coltivabile ampie porzioni di quello che è oggi deserto. La mancanza d’acqua in tali località non sarebbe più un problema.
Queste nuove tecnologie hanno già dato prova di quali risultati possono raggiungere, e stiamo parlando di pulizia di grossi tratti di mare, laghi, paludi e dighe. Gli EM concentrati liquidi avevano l’inconveniente che, una volta introdotti in grosse estensioni d’acqua, risultavano troppo diluiti per poter essere sufficientemente efficaci.
La ceramica EM, invece, può essere messa in acqua senza problemi, facendole raggiungere i punti più profondi, dove può sfruttare appieno le sue proprietà rigenerative e di pulizia. È mia intenzione farne un grande uso nella lotta contro l’inquinamento del mare, specialmente nelle zone di riproduzione della fauna ittica.
Per tornare più vicino alla vita di tutti i giorni, possiamo trovare altri esempi di utilizzo della ceramica EM nell’edilizia. Infatti, la sua spiccata propensione a prevenire il deterioramento di qualsiasi tipo di materiale edile, ne consiglia l’aggiunta sia al cemento che agli altri materiali adoperati. In questo modo, gli EM darebbero un doppio beneficio: da una parte, conserverebbero più a lungo i materiali stessi; dall’altra, avrebbero effetti positivi sulla salute di chi vive nelle case costruite con il materiale arricchito dalla ceramica che li contiene. Gli ambienti in cui la ceramica EM può essere utilizzata sono praticamente illimitati, e chi si è reso conto della sua vasta gamma di possibili applicazioni, ne sta già preparando lo sfruttamento in determinate sfere specialistiche, nei settori più disparati.
Credo sinceramente che se le proprietà degli EM verranno debitamente considerate e sfruttate nel giusto modo, potremo davvero arrivare a una nuova organizzazione industriale, capace di correggere gli inconvenienti e gli aspetti negativi che l’attuale sistema ha mostrato di avere in tutti questi anni.
La competizione deve lasciare il posto a coesistenza e condivisione della prosperità
Il mondo è in grande fermento, enormi cambiamenti hanno avuto luogo nel recente passato, e ora tutti noi desideriamo vivere in pace. E invece, che cosa vediamo? Conflitti locali e guerre su vasta scala si susseguono con regolarità preoccupante, e ostacoli alla convivenza, apparentemente insormontabili, si presentano giorno dopo giorno in ogni angolo del pianeta. La recessione economica sta colpendo il mondo intero, e non se ne vede una via d’uscita a breve. Si aggiungano l’inquinamento ambientale, la mancanza di cibo collegata all’incontrollabile aumento della popolazione mondiale, i gravi problemi sanitari, le malattie epidemiche, di cui l’AIDS è solo una, e risulta chiaro che il genere umano si trova nel pieno di una crisi quale non aveva mai vissuto nel corso della propria storia. Non c’è da sorprendersi se il futuro viene visto con crescente pessimismo.
Come si è arrivati a questo punto? Che cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Verrebbe da chiedersi. Credo che ci troviamo in questa situazione perché la legge della competizione è diventata sempre più l’asse portante nella struttura della nostra civiltà. Vivere di competizione non è certo il miglior modo per stimolare dei sentimenti di generosità e condivisione. Anzi, li annulla, e in più favorisce la chiusura a protezione delle “cose buone che mi appartengono”. Può addirittura succedere che chi è in possesso di una cosa che gioverebbe all’intera società, piuttosto che condividerla e non averne più l’uso esclusivo, la nasconde o la distrugge. Atteggiamenti come questi arrivano a tali estremi che persino nella scienza e nella tecnologia si verifica di frequente che importanti scoperte e innovazioni, magari frutto di grande lavoro e applicazione, non siano divulgate e vengano insabbiate, con la scusa che sono strutturalmente deboli o presentano troppe anomalie.
Vale a dire che la legge della competizione, che in passato è stata la forza trainante dello sviluppo e del progresso, è stata spinta a un tale stadio di esasperazione che ora rappresenta una seria minaccia alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo, alla ricchezza del genere umano. Le apocalissi annunciate, le profezie da “la fine del mondo è vicina” che di tanto in tanto hanno fatto la loro comparsa nel corso della nostra storia, non si sono mai avverate. Quantomeno non ancora. Ma se spingiamo la competitività fino alle sue estreme conseguenze, è proprio vero che questa è la volta buona. E si avvereranno le fosche profezie di Nostradamus, e ci sarà la fine del mondo, almeno nella forma in cui lo conosciamo noi. Dobbiamo applicare misure drastiche se vogliamo uscire dalla gravissima situazione in cui ci troviamo: si tratta della nostra sopravvivenza! È necessario un cambiamento radicale; dobbiamo rinunciare alla competizione, dobbiamo dare un altro senso alle nostre religioni, alle nostre idee, alle nostre filosofie, alle nostre scienze, alla nostra società, e il senso dev’essere quello dell’armonica coesistenza e della condivisione della prosperità.
Per far ciò, dobbiamo capire che i quattro maggiori problemi che ci affliggono oggi, e cioè l’offerta alimentare, l’ambiente, la salute, e l’approvvigionamento d’energia, sono problemi di tutti, e l’unico approccio che può essere vincente per risolverli è affrontarli come questione che riguarda l’intera razza umana, tutta insieme. A questo proposito, confesso che mi auguro che la tecnologia EM diventi un modo per affrontare efficacemente quei problemi. Se riusciamo a risolverli, e io sono certo che abbiamo le potenzialità per farlo, il ventunesimo secolo sarà il secolo dell’unità dei popoli della Terra. E se tutto va bene, vedremo la formazione di una società fondata sulla coesistenza e sulla condivisione della prosperità, dove la pace, la sicurezza, le risorse e la ricchezza saranno patrimonio di tutti. Ho molta fiducia che questa visione ottimistica si traduca presto in realtà.
Un fattore positivo, che sta dalla nostra parte, è il fatto che da un po’ di tempo è comparsa, in diversi luoghi in giro per il mondo, quella che è stata chiamata la “tecnologia autentica”. Yukio Funai, noto e rispettato consulente manageriale giapponese, la definisce “la tecnologia utile in ogni suo singolo aspetto, e in ogni caso mai nociva”. un onore per me sapere che egli ha inserito gli EM nella lista delle tecnologie autentiche. Vorrei aggiungere un’ulteriore condizione da soddisfare per essere una tecnologia autentica: che essa non solo non sia nociva e controproducente, ma in più sia anche in grado di autoperpetuarsi e autoperfezionarsi in virtù della propria intrinseca e naturale capacità di autocorreggere ogni possibile incoerenza interna che dovesse manifestarsi.
Ci sono tecnologie che ci fanno comodo, non c’è dubbio, ma sono fonte d’inquinamento. Queste rientrano nella categoria delle tecnologie sbagliate; ugualmente sbagliati sono quei sistemi di coltivazione che per produrre cibo in quantità sufficiente fanno uso di prodotti chimici inquinanti, pesticidi e concimi artificiali. Un altro esempio di tecnologia sbagliata è dato da quelle cure mediche, magari efficaci, ma che causano effetti collaterali indesiderati. Il concetto stesso di trattamento dei sintomi, invece che delle cause della malattia, è di per sé sbagliato.
Una delle grandi contraddizioni della società moderna è l’elevato costo delle cure mediche. A mio avviso la medicina dovrebbe essere trattata alla stregua di un settore in crisi. Mi spiego: se essa funzionasse come si deve, la richiesta di farmaci e cure andrebbe via via diminuendo; cioè, ai progressi in campo sanitario farebbero seguito delle cure più efficaci. Ciò, a sua volta, porterebbe a una riduzione del numero di pazienti che hanno bisogno di cure; e come logica conclusione, infine, i medici resterebbero senza lavoro.
Ma le cose non stanno così. Anzi, i progressi in campo sanitario hanno comportato un grande aumento dei costi delle cure. Anche se c’è da dire che questa non è l’unica causa. Infatti, si deve anche considerare la componente rappresentata da tutte quelle persone (sono tante, e il loro numero è in costante crescita) che devono essere curate perché hanno mangiato alimenti trattati con prodotti chimici, oppure presentano problemi causati dall’inquinamento ambientale. In ogni caso, avere bisogno di cure è diventato più costoso, e ciò viene ad avere un grande impatto sulla vita delle persone, in tutti i paesi del mondo. Ecco perché la medicina e le spese che comporta sono diventate un po’ il simbolo della natura contraddittoria, anzi, sbagliata, della nostra odierna struttura sociale. Ben lontana dall’essere quel settore in crisi che io reputo dovrebbe essere, la medicina è oggi un settore fiorente. Per questo motivo credo che lavorando uniti si possa ottenere una consistente riduzione delle spese sanitarie. Questo risultato, insieme a una decisa presa di distanza da come è organizzata e funziona la medicina al giorno d’oggi, può essere davvero il modo più efficace per liberare la società dalle sue contraddizioni e dai suoi errori. Ciò porterebbe con sé l’instaurazione di rapporti sociali fondati sulla coesistenza e sulla condivisione della prosperità.
L’utilizzo della tecnologia EM può contribuire significativamente al miglioramento delle nostre condizioni di salute, e di esistenza in generale. In chiusura di questa prefazione, vorrei riassumere i motivi per cui ritengo che essa sia in grado di eseguire efficacemente un compito tanto impegnativo: rinforza l’ambiente che ci circonda, e quindi ci fornisce maggiore protezione; grazie al suo impiego in agricoltura, ci assicura un rifornimento alimentare economico, sano e di alta qualità; risolve i problemi legati all’inquinamento, con interventi di riciclo dei rifiuti su vasta scala, cosa che nello stesso tempo riduce l’uso sconsiderato delle nostre preziose risorse naturali; e, per finire, irrobustisce la nostra naturale capacità di guarire.
Ho calcolato che un vasto consenso all’idea di coesistenza e condivisione della prosperità, collegato alla diffusione dell’uso della tecnologia EM, potrebbe dimezzare le spese sanitarie di una nazione...
Per approfondimenti e richieste sulla reperibilità dei microrganismi efficienti:
Qui voglio solo fare un breve accenno alle principali caratteristiche di PureSoil, ne parlerò diffusamente più avanti.
PureSoil è un tipo di ceramica ottenuta con un particolare processo, miscelando dell’argilla con gli EM. La combinazione dell’energia inorganica della ceramica con le proprietà degli EM rende questo prodotto particolarmente adatto a eliminare i cattivi odori, e per la depurazione delle acque.
Immagino che nessuno al mondo avrebbe mai pensato che microrganismi introdotti nell’argilla che viene poi portata a una temperatura di almeno 700°C, necessaria per trasformarla in ceramica, a fine cottura siano ancora integri. Il concetto che dei microrganismi possano sopravvivere all’esposizione a temperature tanto elevate giustifica senz’altro lo scetticismo dei più.
Confesso che io stesso all’inizio non potevo crederci, ma le prove erano inequivocabili, e i fatti parlavano da sé, tanto da convincermi ad approfondirne lo studio. Le ricerche condotte mi hanno confermato che gli EM mantengono intatte le loro straordinarie capacità anche quando vengono introdotti nell’argilla e poi portati a temperature estreme.
Sotto forma di ceramica, gli EM possono apportare parecchi straordinari benefici. Tra questi: miscelandoli con la crusca del riso si può ottenere EM Bokashi. Aggiunti all’acqua, la purificano e la mantengono tale a tempo indeterminato.
Spruzzati sui pavimenti delle stalle degli allevamenti di suini, ne eliminano completamente il terribile odore. Lo stesso avviene mischiandoli con il terreno. In pratica, la ceramica EM è in grado di dare gli stessi risultati degli EM tradizionali.
Inoltre, dal momento che gli EM si trovano in questo caso sotto forma di ceramica, è sufficiente polverizzarla finemente e spargerla sul terreno che si vuole trattare. In questo modo è più agevole purificare i fondali marini e i letti dei fiumi, per non parlare delle zone melmose di paludi e acquitrini. Si tratta di ambienti naturali dove finora l’uso di qualsiasi altro tipo di EM non era stato molto efficace. Se si facesse un uso simile degli EM nell’ambito di un piano di intervento globale per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque, sono convinto che ci sarebbero grandissime probabilità di riuscita.
L’acqua è una risorsa presente su tutto il pianeta. Da questo punto di vista, il volume totale dell’acqua sulla Terra non subisce mai cali o incrementi, ma l’unica cosa che cambia è il grado di inquinamento dell’acqua che noi stessi usiamo. Tuttavia non dobbiamo pensare di dover effettuare per forza una pulizia generalizzata, su scala globale. Per esempio, se solo si depurasse e riciclasse l’acqua che si usa in casa, si potrebbe avere dell’acqua potabile assolutamente pulita e sicura, e, come immediata conseguenza, un minor ricorso alle risorse idriche abituali.
Così facendo, avremmo dei sostanziali cambiamenti nella fornitura dell’acqua per uso domestico, quella del rubinetto per intenderci, e poi nel riciclo delle acque di scarico, e ancora, nelle reti fognarie. Potendo eliminare l’enorme richiesta giornaliera di acqua potabile, si potrebbe fare a meno degli interventi previsti su vasti tratti di zone montane per l’edificazione di dighe. Anche le fognature ne ricaverebbero vantaggi: la loro costruzione necessita infatti di forti finanziamenti, e se si riducesse l’enorme quantità di liquame che attualmente transita per le condotte fognarie, non sarebbe più necessario costruire reti fognarie molto estese, e di conseguenza i finanziamenti sarebbero dirottati su utilizzazioni alternative.
Mi viene in mente per esempio il cablaggio della rete elettrica, al posto degli attuali cavi aerei. Usata nella fabbricazione di serbatoi della benzina e marmitte per l’industria automobilistica, la ceramica EM è in grado di risolvere i problemi creati dagli scarichi delle auto, nonché di far risparmiare parecchia benzina, in quanto può farne aumentare l’efficienza della combustione almeno del 30%. A mio avviso, se l’applicazione della ceramica EM fosse estesa ad altre tecnologie in uso, sarebbe auspicabile un risparmio generalizzato d’energia su valori tra il 30 e il 50%.
Altro scenario prevedibile con l’uso della ceramica EM: le petroliere lasciano giù il loro carico di petrolio, e tornano in Medio Oriente portando acqua fresca. Come? La ceramica EM, con le sue capacità neutralizzanti, eliminerebbe facilmente l’odore di benzina. Allo stesso modo in cui una miscela di EM e ceramica EM può essere usata per sterilizzare le petroliere e renderle sicure per il trasporto di acqua fresca, la stessa miscela potrebbe essere usata per il trattamento delle acque di scarico nelle aree urbane. Una volta che un sistema del genere fosse reso operativo, mi posso prefigurare addirittura la possibilità di portare l’acqua in zone aride, e così far diventare buona Terra coltivabile ampie porzioni di quello che è oggi deserto. La mancanza d’acqua in tali località non sarebbe più un problema.
Queste nuove tecnologie hanno già dato prova di quali risultati possono raggiungere, e stiamo parlando di pulizia di grossi tratti di mare, laghi, paludi e dighe. Gli EM concentrati liquidi avevano l’inconveniente che, una volta introdotti in grosse estensioni d’acqua, risultavano troppo diluiti per poter essere sufficientemente efficaci.
La ceramica EM, invece, può essere messa in acqua senza problemi, facendole raggiungere i punti più profondi, dove può sfruttare appieno le sue proprietà rigenerative e di pulizia. È mia intenzione farne un grande uso nella lotta contro l’inquinamento del mare, specialmente nelle zone di riproduzione della fauna ittica.
Per tornare più vicino alla vita di tutti i giorni, possiamo trovare altri esempi di utilizzo della ceramica EM nell’edilizia. Infatti, la sua spiccata propensione a prevenire il deterioramento di qualsiasi tipo di materiale edile, ne consiglia l’aggiunta sia al cemento che agli altri materiali adoperati. In questo modo, gli EM darebbero un doppio beneficio: da una parte, conserverebbero più a lungo i materiali stessi; dall’altra, avrebbero effetti positivi sulla salute di chi vive nelle case costruite con il materiale arricchito dalla ceramica che li contiene. Gli ambienti in cui la ceramica EM può essere utilizzata sono praticamente illimitati, e chi si è reso conto della sua vasta gamma di possibili applicazioni, ne sta già preparando lo sfruttamento in determinate sfere specialistiche, nei settori più disparati.
Credo sinceramente che se le proprietà degli EM verranno debitamente considerate e sfruttate nel giusto modo, potremo davvero arrivare a una nuova organizzazione industriale, capace di correggere gli inconvenienti e gli aspetti negativi che l’attuale sistema ha mostrato di avere in tutti questi anni.
La competizione deve lasciare il posto a coesistenza e condivisione della prosperità
Il mondo è in grande fermento, enormi cambiamenti hanno avuto luogo nel recente passato, e ora tutti noi desideriamo vivere in pace. E invece, che cosa vediamo? Conflitti locali e guerre su vasta scala si susseguono con regolarità preoccupante, e ostacoli alla convivenza, apparentemente insormontabili, si presentano giorno dopo giorno in ogni angolo del pianeta. La recessione economica sta colpendo il mondo intero, e non se ne vede una via d’uscita a breve. Si aggiungano l’inquinamento ambientale, la mancanza di cibo collegata all’incontrollabile aumento della popolazione mondiale, i gravi problemi sanitari, le malattie epidemiche, di cui l’AIDS è solo una, e risulta chiaro che il genere umano si trova nel pieno di una crisi quale non aveva mai vissuto nel corso della propria storia. Non c’è da sorprendersi se il futuro viene visto con crescente pessimismo.
Come si è arrivati a questo punto? Che cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Verrebbe da chiedersi. Credo che ci troviamo in questa situazione perché la legge della competizione è diventata sempre più l’asse portante nella struttura della nostra civiltà. Vivere di competizione non è certo il miglior modo per stimolare dei sentimenti di generosità e condivisione. Anzi, li annulla, e in più favorisce la chiusura a protezione delle “cose buone che mi appartengono”. Può addirittura succedere che chi è in possesso di una cosa che gioverebbe all’intera società, piuttosto che condividerla e non averne più l’uso esclusivo, la nasconde o la distrugge. Atteggiamenti come questi arrivano a tali estremi che persino nella scienza e nella tecnologia si verifica di frequente che importanti scoperte e innovazioni, magari frutto di grande lavoro e applicazione, non siano divulgate e vengano insabbiate, con la scusa che sono strutturalmente deboli o presentano troppe anomalie.
Vale a dire che la legge della competizione, che in passato è stata la forza trainante dello sviluppo e del progresso, è stata spinta a un tale stadio di esasperazione che ora rappresenta una seria minaccia alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo, alla ricchezza del genere umano. Le apocalissi annunciate, le profezie da “la fine del mondo è vicina” che di tanto in tanto hanno fatto la loro comparsa nel corso della nostra storia, non si sono mai avverate. Quantomeno non ancora. Ma se spingiamo la competitività fino alle sue estreme conseguenze, è proprio vero che questa è la volta buona. E si avvereranno le fosche profezie di Nostradamus, e ci sarà la fine del mondo, almeno nella forma in cui lo conosciamo noi. Dobbiamo applicare misure drastiche se vogliamo uscire dalla gravissima situazione in cui ci troviamo: si tratta della nostra sopravvivenza! È necessario un cambiamento radicale; dobbiamo rinunciare alla competizione, dobbiamo dare un altro senso alle nostre religioni, alle nostre idee, alle nostre filosofie, alle nostre scienze, alla nostra società, e il senso dev’essere quello dell’armonica coesistenza e della condivisione della prosperità.
Per far ciò, dobbiamo capire che i quattro maggiori problemi che ci affliggono oggi, e cioè l’offerta alimentare, l’ambiente, la salute, e l’approvvigionamento d’energia, sono problemi di tutti, e l’unico approccio che può essere vincente per risolverli è affrontarli come questione che riguarda l’intera razza umana, tutta insieme. A questo proposito, confesso che mi auguro che la tecnologia EM diventi un modo per affrontare efficacemente quei problemi. Se riusciamo a risolverli, e io sono certo che abbiamo le potenzialità per farlo, il ventunesimo secolo sarà il secolo dell’unità dei popoli della Terra. E se tutto va bene, vedremo la formazione di una società fondata sulla coesistenza e sulla condivisione della prosperità, dove la pace, la sicurezza, le risorse e la ricchezza saranno patrimonio di tutti. Ho molta fiducia che questa visione ottimistica si traduca presto in realtà.
Un fattore positivo, che sta dalla nostra parte, è il fatto che da un po’ di tempo è comparsa, in diversi luoghi in giro per il mondo, quella che è stata chiamata la “tecnologia autentica”. Yukio Funai, noto e rispettato consulente manageriale giapponese, la definisce “la tecnologia utile in ogni suo singolo aspetto, e in ogni caso mai nociva”. un onore per me sapere che egli ha inserito gli EM nella lista delle tecnologie autentiche. Vorrei aggiungere un’ulteriore condizione da soddisfare per essere una tecnologia autentica: che essa non solo non sia nociva e controproducente, ma in più sia anche in grado di autoperpetuarsi e autoperfezionarsi in virtù della propria intrinseca e naturale capacità di autocorreggere ogni possibile incoerenza interna che dovesse manifestarsi.
Ci sono tecnologie che ci fanno comodo, non c’è dubbio, ma sono fonte d’inquinamento. Queste rientrano nella categoria delle tecnologie sbagliate; ugualmente sbagliati sono quei sistemi di coltivazione che per produrre cibo in quantità sufficiente fanno uso di prodotti chimici inquinanti, pesticidi e concimi artificiali. Un altro esempio di tecnologia sbagliata è dato da quelle cure mediche, magari efficaci, ma che causano effetti collaterali indesiderati. Il concetto stesso di trattamento dei sintomi, invece che delle cause della malattia, è di per sé sbagliato.
Una delle grandi contraddizioni della società moderna è l’elevato costo delle cure mediche. A mio avviso la medicina dovrebbe essere trattata alla stregua di un settore in crisi. Mi spiego: se essa funzionasse come si deve, la richiesta di farmaci e cure andrebbe via via diminuendo; cioè, ai progressi in campo sanitario farebbero seguito delle cure più efficaci. Ciò, a sua volta, porterebbe a una riduzione del numero di pazienti che hanno bisogno di cure; e come logica conclusione, infine, i medici resterebbero senza lavoro.
Ma le cose non stanno così. Anzi, i progressi in campo sanitario hanno comportato un grande aumento dei costi delle cure. Anche se c’è da dire che questa non è l’unica causa. Infatti, si deve anche considerare la componente rappresentata da tutte quelle persone (sono tante, e il loro numero è in costante crescita) che devono essere curate perché hanno mangiato alimenti trattati con prodotti chimici, oppure presentano problemi causati dall’inquinamento ambientale. In ogni caso, avere bisogno di cure è diventato più costoso, e ciò viene ad avere un grande impatto sulla vita delle persone, in tutti i paesi del mondo. Ecco perché la medicina e le spese che comporta sono diventate un po’ il simbolo della natura contraddittoria, anzi, sbagliata, della nostra odierna struttura sociale. Ben lontana dall’essere quel settore in crisi che io reputo dovrebbe essere, la medicina è oggi un settore fiorente. Per questo motivo credo che lavorando uniti si possa ottenere una consistente riduzione delle spese sanitarie. Questo risultato, insieme a una decisa presa di distanza da come è organizzata e funziona la medicina al giorno d’oggi, può essere davvero il modo più efficace per liberare la società dalle sue contraddizioni e dai suoi errori. Ciò porterebbe con sé l’instaurazione di rapporti sociali fondati sulla coesistenza e sulla condivisione della prosperità.
L’utilizzo della tecnologia EM può contribuire significativamente al miglioramento delle nostre condizioni di salute, e di esistenza in generale. In chiusura di questa prefazione, vorrei riassumere i motivi per cui ritengo che essa sia in grado di eseguire efficacemente un compito tanto impegnativo: rinforza l’ambiente che ci circonda, e quindi ci fornisce maggiore protezione; grazie al suo impiego in agricoltura, ci assicura un rifornimento alimentare economico, sano e di alta qualità; risolve i problemi legati all’inquinamento, con interventi di riciclo dei rifiuti su vasta scala, cosa che nello stesso tempo riduce l’uso sconsiderato delle nostre preziose risorse naturali; e, per finire, irrobustisce la nostra naturale capacità di guarire.
Ho calcolato che un vasto consenso all’idea di coesistenza e condivisione della prosperità, collegato alla diffusione dell’uso della tecnologia EM, potrebbe dimezzare le spese sanitarie di una nazione...
Per approfondimenti e richieste sulla reperibilità dei microrganismi efficienti:
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